Cina: Diario di un viaggio di lavoro. Days 1-2

in #ita5 years ago



Days 1-2
La giornata è uggiosa. Come il mio morale. Ho appena salutato i miei bambini e sono sceso da casa con la fretta di chi chi invece vorrebbe restare.
Sarà la solita incertezza che mi porto dietro da un po' a zavorrare questa ennesima partenza. Comunque si parte.
Il treno lo prendo dalla stazione di Bellaria. Arriva puntuale e mi fagocita senza ressa nel mattino di questo sabato autunnale. Ho scelto questo treno e questo orario per non dover effettuare cambi. Va piano, certo, si ferma in tutte le stazioni, ma io di tempo ne ho e quindi sprofondo nella seduta insieme ai miei pensieri. La malinconia è una brutta bestia. Ti stringe forte al petto e veste gli arriverderci da addio. Ma poi si torna mi ripeto. Comunque il viaggio malinconico accompagnato da un sole pallido finisce due ore dopo alla stazione di Bologna. Il tempo di una sigaretta e completo la prima parte di questo viaggio con il bus per l'aeroporto Marconi della Dotta. Parigi mi attende, ma non la vedrò. Non perché avevo preventivato un giro al centro viste le 4 ore di scalo, ma piuttosto per il tempaccio che mi accoglie. Nuvole su nuvole che si scalciano con la pioggia smaniosa e vento aggressivo che fa sbandare l'aereo. Si atterra senza applauso, ma sto giro ci sarebbe stato bene.
Mi abbandono alla noia e alla sala fumatori. Devo aspettare e aspetto educatamente, qualche vetrina degli shops, un giro al deuty free, un panino e una coca zero. Sto facendo di nuovo la pancetta, mi viene da pensare addentando la baguette col tonno. Ma non do peso alle mie paranoie anzi fanno sì che il tempo passi senza dilatarsi oltre modo.
L'ultima sigaretta e mi imbarco sullaero. Un Airbus vecchio, che non fa prevedere un viaggio rilassante. 11 ore nella pancia di questi giganti devono essere sedate dall'impianto di intrattenimento. Questo che trovo è semi sfondato e dimostra gli anni del velivolo. Neanche il tempo di imprecare che siamo già in volo. Un volo calmo, con una cabina climatizzata troppo fredda. Mi attende la censura cinese. Ho scaricato qualche programmino VPN per tentare di non essere tagliato fuori dal mondo. Dai social, dai contatti.
Riesco a trovare qualche film in italiano che accorciano le 11 ore di volo, due pasti e nel mezzo qualche ora di sonno scomodo e irrilevante per il recupero tanto che atterrato a Shanghai sono uno straccio.
Deposito le mie impronte digitali e vengo sputato fuori dalla porta degli arrivi. Feng mi aspetta sorridente. Devo fumare e fumo una tripletta da togliere il respiro.

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Purtroppo Shanghai non è la meta finale, lo apprendo con lo sconcerto della stanchezza. Qindao a nord altre 2 ore di volo ma non da questo aeroporto, dall'altro situato nella zona nord occidentale di Shanghai. 1 ora di taxi. Feng mi dà il routerino wifi. Lo accendo con la bramosia di un bambino per il biberon. Collego il wifi e lancio il VPN impostato su un server tedesco. Non va. Cazzarola non va. Mi sento scorato, poi provo a cambiare server, hai visto mai che la Merkel fosse inviata pure a queste latitudini. Singapore. Server di Singapore. È un attimo, una valanga di suoni che sembra la slitta di Babbo Natale che scampanellando va. Un bombardamento di bip e din. Una girandola di notifiche che si accavallano orgiastiche. Funziona cazzo. Sono contento, non so perché ma sono contento. Non ero pronto per essere tagliato fuori dal mondo. L'ora di taxi, questa volta, sembrano essere 2 minuti. Ruspondo, pubblico, avviso, saluto. Poi di nuovo controlli check-in e volo.
Mi attende il gelo.
Un freddo pungente e nervoso, uno di quelli che ti ghiaccia i pensieri e che ti lascia solo qualche terminazione neurale attiva per incazzarti.
-11 gradi. La giornata può terminare, in fondo sono per un giro per il mondo da sole 32 ore. Me la fumo l'ultima sigaretta....
to be continued...

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