Come diventare un musicista di successo (CDUMDS). Capitolo 4 - Soffia.

in #ita7 years ago (edited)

Dentro la sua custodia, il mostro dorato è diviso in tre pezzi.

  • C’è il corpo principale, ed all’interno si usa mettere una specie di scovolino lungo, come quelli che si usano per spolverare, tutti colorati.
    Per me è una coda di cane volpino con le meches arcobaleno.

  • Il collo, la parte curva che si dirige alla bocca.

  • E il bocchino, con la sua ancia ben ancorata a bordo.

Il maestro Franco mi indicò come montarli insieme.

Prima bisognava infilare il collo nel corpo, stingerlo con la rispettiva vite, e per ultimo infilare il bocchino nel collo, che terminava con una parte di sughero per permettere una chiusura ermetica.
Soffiando all’interno non ci sarebbe dovuta essere dispersione d’aria.

Misi il collo molto facilmente, ma iniziai a faticare per cercare di infilare il bocchino in quel maledetto sughero.

-“Così non lo infilerai mai”- sentenziò il maestro Franco.

-“come no, e allora come si infila?”- chiesi

e il maestro, senza alcun imbarazzo, mi spiegò che avrei dovuto infilare in bocca il sughero, fargli un bel lavoretto, in modo che la saliva fungesse da lubrificante e il bocchino entrasse con facilità.

Insomma, una cosa per niente imbarazzante per un ragazzino di quattordici anni, eterosessuale.
Da fare al cospetto di uno sconosciuto.

Il gelo nella stanza, mitigato solo dal calore generato dalla stufetta a gas, divenne in un lampo una vampata di vergogna mista a rabbia, per dovermi trovare forzatamente in quella situazione.

E rosso in viso feci quel che era necessario per far entrare il bocchino nel collo del sax.

-“ora infila il bocchino in bocca, e bagna per bene l’ancia”- continuò Franco.

Una lezione di musica che stava assumendo i contorni di una commedia sexy anni ottanta, dove però io ero l’infermiera, e il mio maestro di musica Lino Banfi.

Bagnai quella dannata ancia, e una sensazione di repulsione mi attraversò il corpo.
L’effetto che il legno dell’ancia generò a contatto con la mia lingua, le mie labbra, fu simile a quello che si genera quando si stridono le unghie sopra una lavagna.
Quel brivido fu una cosa inaspettata.

-“ora mettiti al collo la cinghia, alzati in piedi e assicura il sax al moschettone”- ordinò il maestro.

Cavoli se era pesante. Il mostro dorato aveva un peso importante, insisteva tutto sulla mia cervicale, ed era freddo. Freddissimo.

Il maestro mi aiutò a posizionare le dita sulle chiavi, nella posizione del Do. E poi, finalmente, mi disse:

-“Soffia”-

windmill-3109663_1920.jpg
immagine CC0 creative commons

-“Fffffffffff”- niente.

-“Fffffffff”- con molta più forza. Niente.

Se lo aspettava, e infatti sorrise.

-“il sax non si suona soffiandoci semplicemente dentro. L’aria che esce dai polmoni non ha potenza a sufficienza per far vibrare l’ancia, nemmeno se ti sforzi il più possibile. E poi finisce subito. Il sax, perciò, come tutti gli strumenti a fiato, si suona col diaframma. Sai cos’è il diaframma?”

Non sapevo cosa fosse il diaframma. Lo ammetto. Perché voi lo sapete tutti? E comunque avevo quattordici anni, sono giustificato.

-“il diaframma è una specie di palloncino posto sotto i polmoni, sopra lo stomaco. Se usi quello, l’aria che uscirà sarà molta di più e con una potenza molto maggiore. Talmente tanta da riuscire a far vibrare l’ancia.”-

Dunque, nel nostro corpo ci sarebbe un’altra roba che contiene aria. Non solo i polmoni.
Bah. Non stava dicendo sul serio. Avevo fatto scienze alle medie, e di cose che contengono aria nel nostro corpo, ero sicuro ci fossero solo i polmoni.

Mi si avvicinò, mi mise una mano dietro la schiena e l'altra sulla pancia, e mi disse di nuovo:

-“Soffia”-

Un attimo prima che iniziassi a soffiare, mi premette la mano sulla pancia, sostenendo con l'altra la schiena, con tutta la forza che aveva.

-“Paaaaaaaa”- un suono, brutto, storto, stonato, uscì strappato dal sax.

-“Ecco. Quello era il diaframma. Per suonare il sax, dovremo allenarlo e imparare a controllarlo. Ti insegno degli esercizi, li dovrai fare tutte le sere. Il primo anno di lezione sarà quasi esclusivamente di respirazione. La respirazione la imparerai con gli esercizi e con le note lunghe”-

Il primo anno di lezione sarà quasi esclusivamente di respirazione

Alla seconda lezione di sax, le cose erano peggiori di quanto avessi mai potuto immaginare.
La preparazione del maestro, significava pretese che con Graziano non erano state nemmeno contemplate, mi trovavo a dover armeggiare uno strumento che richiedeva la posizione in piedi (stancante, molto di più dello sgabello da pianista, che quasi quasi rimpiangevo), ma soprattutto una prerogativa fondamentale era l’utilizzo della bocca, della lingua e del diaframma, che io fino a poco prima non sapevo nemmeno di avere.

La mia storia, che con lo studio del pianoforte pensavo non potesse portare a niente di peggio, stava virando verso una ben più terribile esperienza.


Piccolo spazio, pubblicità. Se ti è piaciuto questo post, torna a farti un giro ogni tanto. Nel frattempo:
alte text

Sort:  

😂😂😂😂😂😂😂 hai vinto tu.
Mi hai fatto fare due sane risate!!!

e dopo i post tecnici, necessari per avere chiara la situazione, si torna alla realtà dei fatti. Nuda e cruda.

This comment has received a 3.29 % upvote from @webdeals thanks @g-e-m-i-n-i.

Coin Marketplace

STEEM 0.19
TRX 0.16
JST 0.030
BTC 63679.06
ETH 2628.86
USDT 1.00
SBD 2.83