Come diventare un musicista di successo (CDUMDS). Capitolo 4 - Il setticlavio

in #ita7 years ago (edited)

La prima lezione, fu conoscitiva. Noi due, lo strumento, la teoria, il solfeggio, insomma chiacchiere di preparazione. Alcune digeribili, alcune utili a formare un punto interrogativo gigante, ma io tutto sommato non mi posi il problema.
Tanto non era un mio interesse, che senso aveva domandarsi il perché di alcune cose?

Ci trovammo il lunedi successivo.
Puntualissimo col suo scooter orribile, pochi minuti prima delle quattordici, arrivò il maestro Franco.

Entrammo in salotto, ci accomodammo sulle rispettive seggiole e iniziammo la chiacchierata.
Iniziò la sua chiacchierata.

-“l’altra volta ti ho spiegato i funzionamenti di base del sassofono. Oggi, prenderemo confidenza col setticlavio, col solfeggio e approcceremo allo strumento vero e proprio”.-

-“settichè?”-pensai, ma non lo dissi.

-“Il sax, come ti ho spiegato, è uno strumento traspositorio, il Do corrisponde al Mib ecc. ecc., e questo probabilmente ti ha generato un pochino di confusione. Graziano te lo ha spiegato il setticlavio?”-

Un maestro nuovo, diplomato al conservatorio, che in mezza lezione mi aveva già confuso nove anni di pianoforte, in poche parole mi aveva introdotto concetti che non solo non avevo studiato, ma di cui non conoscevo l’esistenza.

-“No”- risposi.

-“Immaginavo”- disse Franco –“avete studiato le tarantelle in chiave di violino e basta vero”?-

Il maestro Franco a quanto pare conosceva il maestro Graziano, o almeno i suoi metodi di insegnamento.

-“Ma qualche spartito per pianoforte l’avrai visto? Anche di quelli semplici”- continuò Franco.

-“Certo, conosco alla perfezione la Marcia Turca di Mozart”- dissi come se lo sapessimo fare solo io e Mozart.

-“E non ti sei mai chiesto perché gli spartiti per pianoforti, hanno due righe di pentagrammi, legate tra loro, e il pentagramma sotto è in chiave di basso”-

Sinceramente no, non me l’ero mai chiesto. Studiavo musica sotto costrizione, e la studiavo quotidianamente a causa dello stillicidio di mia madre, non facevo e non chiedevo niente di più di quello che mi veniva spontaneamente detto.
Ma aveva ragione, gli spartiti per pianoforte non avevano una sola riga di pentagramma ma due legate insieme per ogni rigo. Eppure la Marcia Turca l’avevo studiata.


immagine CC0 creative commons

-“Si, l’ho notato, ma sinceramente non essendomi stato spiegato, non l’ho mai reputato importante”- gli dissi io.

Con una faccia dall’espressione mista tra il basito, sconcertato, perplesso, insomma l’espressione di quelli a cui sono cascate le braccia e si stanno chiedendo come faranno ora a raccoglierle, meditò un decimo di secondo.
L’espressione successiva era di chi con fiducia, e sapendo che dovrà rimboccarsi le maniche, salverà il mondo da li a pochi minuti, ma non prima di aver salvato un’anima candida dall’ignoranza che lo avvolge.

-“Ok, da una parte forse è meglio, così possiamo studiare senza pregiudizi o concetti sbagliati”-

Incredibile: aveva visto il lato positivo della cosa.

-“La chiave di violino, quella di tutti gli spartiti che hai studiato, e che hai disegnato su decine di fogli pentagrammati, come si può chiamare anche?”-

-“Chiave di Sol”- evvai, la sapevo.

-“E perché?”- domandò Franco

-“Ah boh”- risposi senza pensarci. Chiave di Sol, basta. Conosco ben due nomi per identificare la stessa cosa, ritengo sia sufficiente.

-“La chiave di violino, si chiama anche chiave di Sol, perché il rigo da cui parte il ricciolo della pancia, è il Sol”-

Lo sapevo! Graziano me l’aveva detto. Lo sapevo, miseriaccia.
Infatti le prime volte che la disegnavo me la correggeva, poi diventò una cosa automatica, perciò in quel momento non mi venne in mente.

-“La chiave di violino, però, copre solo un certo numero di note, un certo numero di ottave. Quello che si definisce registro. Per coprire tutti i registri possibili, la chiave di violino, scritta per così com’è, avrebbe avuto troppe note sotto e sopra il pentagramma. Tanto che sarebbe diventato impossibile leggerle tutte”-

Vero. Le note che si possono scrivere DENTRO un pentagramma, sono nove. Cinque sui righi e quattro negli spazi. Andando oltre sia sopra che sotto, si aggiunge una stanghetta al pallino della nota. Si scrive cioè, come se idealmente ci fossero altri righi e altri spazi, e per evidenziarli se ne disegna un pezzettino nella nota.

L’esempio più semplice è il Do grave, una pallina con un pezzettino di linea in mezzo. Quella è una nota che non sta sul pentagramma, ma è come se fosse al rigo -1, e per evidenziare questa cosa, un pezzettino di quel rigo fa parte integrante della scrittura della nota.
La nota subito sotto il rigo non ce l’avrà al centro, ma sopra, perché sotto il rigo -1 c’è lo spazio -2. Lo spazio -1 è lo spazio immediatamente sotto il primo rigo (Mi)


le note al di fuori del pentagramma contengono un pezzettino del rigo o dello spazio in cui sono fisicamente collocate
immagine CC0 creative commons

Questa notazione, è evidentemente scomoda, perché dopo due/tre stanghette aggiunte, ti si iniziano a incrociare gli occhi e leggi una nota per un’altra.
Ed ecco che qui interviene il nostro amico setticlavio.

-“Per riuscire a rendere leggibili tutte le note dei possibili registri, perciò, sono stati divisi i suddetti secondo la quantità delle note che possono essere suonate, ed è stato deciso che sono sette. Ognuno di questi registri ha la propria chiave, ovvero un simbolo che “fissa” il punto in cui ci troviamo e ci dice cosa stiamo suonando, dettandoci anche la regola per leggerle bene”-

C’eravamo quasi, era quasi quasi chiaro, ma evidentemente la mia faccia gli fece pensare di fare un esempio più semplice.

-“secondo te Ligabue e Mariah Carey possono cantare le stesse canzoni?”- mi chiese, con la faccia illuminata.

-“ovviamente no”- risposi. Che domande.

-“E perché no?”– continuò con un sogghigno.

-“Perché uno è maschio e l’altro femmina. Uno ha la voce bassissima e l’altra altissima”-

-“No, non la voce. Il registro- disse – “entrambi cantano le stesse note, perchè quelle sono sette e sette restano, ma uno in un certo range di ottava e l’altro in un range totalmente diverso. Alcune bassissime, alcune altissime” – e concluse con “immagina se dovessi scrivere le note dell’uno e dell’altro in chiave di violino, avendo a disposizione solo cinque righi e quattro spazi, sarebbero impossibili da leggere oltre che difficilissime da scrivere senza errori”-

E, gonfio di soddisfazione perché aveva capito che avevo capito, aggiunse:

-“perciò hanno diviso ogni singolo registro, con la sua relativa chiave, così sul pentagramma puoi leggere e scrivere solo ed esclusivamente note che appartengono a quell’intervallo di ottave, e che è possibile suonare con lo strumento. Queste chiavi sono sette. Basso, Baritono, Tenore, Contralto, Mezzosoprano, Soprano e infine violino. Sette-chiavi. Setticlavio”-

chiavi-musicali.jpg
le chiavi musicali fissano la nota di partenza del registro di appartenenza, in modo da aver umanamente leggibile tutto il range.
immagine dell'autore

Però. Che maestro. Avevo capito.

-“spiegata e chiarita questa cosa, il trucco, per leggere le note da suonare sul sax, è che quando sei in chiave di violino devi leggere le note esattamente un rigo più su del rigo dove sono scritte, o uno spazio quando sono su uno spazio. Una volta presa confidenza con questa cosa tutto il resto è uguale. E’ solo allenamento”-

-“Dai, ora prendi il sax, proviamo a mettere in pratica qualcosa”-

Annuii e presi la custodia marrone con dentro il sassofono.


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Eh il setticlavio penso sia la cosa più brutta del solfeggio, ti dico solo che io normalmente con il mio strumento leggo in mezzosoprano, e all'inizio il solfeggio era tutto in chiave di violino! Una fatica! Poi col tempo mi ci sono abituato e le ho imparate tutte e sette, solo per avere la licenza..
Ora il setticlavio non lo voglio più vedere!

Bhe, allora puoi capire. E puoi anche dire se ti sembra spiegato for dummies 😉

Ahahah sì dai, prossima lezione gli abbellimenti? XD

No, basta teoria musicale. Ci dobbiamo concentrare sulla carriera.

Ah ok menomale ahaha

Anche perché starti dietro è difficile, per chi non ha mai studiato musica 😅

Dai, un post un po' più tecnico, anche per aumentare la qualità!! Sono necessari, mica si diventa musicisti di successo dall'oggi al domani 😉
Ora conosci qualcosa in più. Spiegato secondo suryavoice!

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Un incubo, il setticlavio D:
Per fortuna con il violino il range è abbastanza limitato! Ma ricordo che mi stressavo da morire quando c'erano chiavi strane o note con due/tre stanghette fuori dal pentagramma, la verità è che ci vedevo male e non avevo intenzione di mettere gli occhiali, quindi alle volte improvvisavo o dovevo prendere appunti fin quando non imparavo a memoria il passaggio xD

Comunque, con un maestro che parte così, pure io mi sarei appassionata al sax e al setticlavio, va! Altro che tarantelle!

quindi, da questo post, tu riesci a vedere la passione.
mmm.....interessante.
andiamo avanti...

Sei sempre imprevedibile, ora mi metti curiosità: hai ammazzato Franco a colpi di sax, ammettilo.

povero!!!!! ma non svelare i particolari della storia!!!!

Sono Cassandra! Parlo, parlo, ma non mi crede nessuno, tranquillo, il tuo segreto è salvo con me!

sarò pazza, ma quando facevo solfeggio, il setticlavio era la cosa che mi piaceva di più

ah, abbiamo appena creato un gruppo di ascolto qui.
A.A.D.S. (anonima amanti del setticlavio).

😂😂😂

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