IL MIELE BUONO? OCCHIO ALL'ETICHETTA!

in #ita5 years ago (edited)

IL MIELE BUONO? OCCHIO ALL'ETICHETTA!

Come possiamo riconoscere il miele puro e privo di alterazioni, da quello adulterato? Bella domanda, in tempi in cui la sofisticazione alimentare perpetrata ai danni dei consumatori, sotto il profilo igienico-sanitario ed economico, è costantemente in agguato. Non sfugge a questa pratica disonesta anche il miele: alimento prezioso per il nostro sistema immunitario dalle proprietà antibatteriche e antibiotiche. Spesso mi capita, quando vado nei supermercati (per una deformazione professionale) di recarmi tra gli scaffali dove sono bell'eposti barattoli di miele dal colore che assume diverse tonalità, bianche o gialle, ambrate o rosse oppure verdi. Colori che ti fanno venire voglia di assaggiare e odorare il miele per riconoscere i fiori dai quali le nostre Api mellifere prelevano il nettare. Ma subito mi fermo a pensare all'allarme che ogni anno lanciano le Associazioni degli apicoltori, sulla moria di Api e la conseguente diminuzione della produzione del miele, a causa dell'impiego di sostanze chimiche tossiche nell'agricoltura industrializzata e per effetto del cambiamento climatico in atto. Mi fermo a pensare e mi chiedo: ma da dove proviene tutto questo miele esposto sugli scaffali, sembra che non vi sia crisi nella produzione. La mia è una domanda retorica, so bene che la mancanza di miele italiano, viene rimpiazzata da miele proveniente da diversi paesi comunitari o extra comunitari dove la produzione non segue le regole rigide del nostro Paese e della normativa europea in questo settore. Proprio perchè non tutto è miele quello che luccica sugli scaffali vorrei qui cercare, certo non in modo esaustivo, dare delle informazioni che consentano di evitare, nell'acquisto, di imbattersi in miele:



• ADULTERATO: quando viene modificata la sua composizione naturale con l'aggiunta ad esempio di sciroppi zuccherini;

• CONTRAFFATTO: in questo caso ci troviamo difronte ad un prodotto con sostanze diverse da quelle naturali come nel caso nel quale si nutre alveare con zuccheri industriali o quando in etichetta vengono date false indicazioni botaniche e geografiche;

• SOFISTICATO: quando si aggiungono sostanze estranee quali ad esempio il caramello (simile al miele di melata) o sostanze aromatiche per esaltarne l'aroma;

• ALTERATO: quando le sue caratteristiche fisico-chimiche e organolettiche subiscono modificazioni dovute ad errate lavorazioni-conservazioni che non seguo il disciplinare stabilito.

L'ETICHETTA

La legge vigore nel nostro Paese è in attuazione della direttiva europea N. 1169/2011 e n. 2014/63. Quando acquistiamo un vasetto di miele dobbiamo osservare attentamente l'etichetta che ci darà indicazioni utili per l'acquisto e ci metterà al riparo (non al 100% sia chiaro) da quanto abbiamo scritto qualche riga sopra. Qui sotto vi mostro l'etichetta tipo come dovrebbe essere:

Come vedete nel campo visivo devono essere riportati:

  1. Paese d'origine;
  2. denominazione di vendita;
  3. la quantità netta;
  4. il termine minimo di conservazione;
  5. Il nome, regione sociale ed indirizzo dell'apicoltore;
  6. le informazioni riportate devono essere leggibili;
  7. Il Lotto.
Sul primo punto, il Paese d'origine, sull’etichetta devono essere indicati il Paese o i Paesi di origine in cui il miele è stato raccolto ad esempio: • Paese di origine: Italia • Paesi di origine: Italia e Argentina • Paesi di origine: Italia, Cina e Ungheria • Miscela di mieli originari della CE: Italia e Ungheria • Miscela di mieli originari e non originari della CE: Argentina, Italia. Punto due, denominazione di vendita, quì viene data la facoltà di apporre una denominazione minima: miele, miele in favo o miele con pezzi di favo o sezioni di favo nel miele, miele filtrato (eliminando sostanze organiche o inorganiche estranee). In aggiunta, in modo facoltativo si può inserire:miele di nettare, miele di fiori, miele di melata, miele scolato, miele centrifugato, miele torchiato. Ed ancora, si può accompagnare la provenienza botanica (miele di castagno, di girasole ecc. ed anche miele millefiori - si chiarisce che non può essere definito millefiori un prodotto derivante dalla miscelazione di diversi mieli ma un prodotto per il quale non sia definibile una esclusiva o precisa origine botanica). Il punto tre, la quantità netta, deve essere espressa in grammi (o g), chilogrammi (o kg) e caratteri la cui altezza va, a seconda del peso, da un minimo di 2 a 6 mm. Al quarto punto troviamo il termine minimo di conservazione, dove la data indicata ci dice fino a quando il miele conserva le sue proprietà. La data deve essere preceduta dalle seguenti espressioni: “da consumarsi preferibilmente entro il...” oppure “da consumarsi preferibilmente entro fine...”. Quinto punto, Il nome o la ragione sociale e l'indirizzo dell'operatore ad esempio: Bianchi Giorgio via Tagliamento, 37 Bussolengo (Vr), Prodotto e confezionato da Bianchi Giorgio via Tagliamento, 37 Bussolengo (Vr) ecc.. Al punto 6, le informazioni riportate devono essere leggibili e quindi i caratteri devono avere un'altezza minima di 1,2 mm. Al punto 7 troviamo il lotto. Ci dice che il prodotto finito è ottenuto in circostanze praticamente identiche. Va indicato facendo precedere il codice dalla lettera “L” e può essere composto da: Numeri , Lettere, Numeri + lettere: L 120/05 ,L aca 120/05. A questa lista di prescrizioni, secondo la normativa dell'UE, sono facoltative altre informazioni rivolte al consumatore su provenienza, qualità, caratteristiche organolettiche, che possono essere riportate sull'etichetta:



– Data di produzione
– Indicazioni per la conservazione
– Indicazioni per l’uso (no indicazioni terapeutiche)
– Avvertenze ambientali (non disperdere nell'ambiente – o pittogramma )
– Etichetta nutrizionale
– Il marchio europeo

In ultimo, ma non meno importante, il vasetto di miele che acquistiamo, deve essere provvisto di sigillo di garanzia il quale garantisce che il contenuto non possa essere aperto e manipolato.

IL MIELE ITALIANO

Il nostro Paese è all'avanguardia nella produzione del miele di qualità. Per le particolari capacità delle piccole e grandi aziende apistiche presenti sul territorio che adottano strumenti e tecniche all'avanguardia nella cura delle nostre Api e nell'estrazione dei prodotti dell'alveare. Per la particolare conformazione naturalistica dell'Italia, i nostri apicoltori riescono a produrre, dal prezioso lavoro delle nostre Api bottinatrici, una altissima varietà di miele, oltre 50 tipi, mieli dai profumi intensi, dai colori forti e delicati che ci raccontano la particolare biodiversità del nostro territorio. Nel nostro Paese ci sono tantissime varietà di fiori tanto che le nostre Api ci danno miele tutto l'anno dalle zone più calde del sud al clima temperato delle regioni centrali fin su le regioni alpine. In Italia abbiamo il miele di Aneto, Cardo, Erica, Tarassaco, Sulla, Timo, Eucaliptus, Acacia, Arancio, Castagno, Tiglio, Erba medica, Melata di bosco e di Abete, Girasole, Astragalo Nebrodensis, Nespolo, Mandorlo ed altri ancora.
Questa varietà di miele se la sognano altri paesi che pure ci fanno una concorrenza in massima parte sleale e disonesta. Negli ultimi anni,come abbiamo già ricordato, causa la minore produzione di miele e per soddisfare la richiesta dei consumatori, sugli scaffali dei supermercati 2 barattoli di miele su 3 arrivano dall'estero (fonte Coldiretti). Nel 2017 sono stati importati oltre 23 milioni di chili di miele e di questi la metà arriva da Ungheria (8 milioni di chili) e Cina (3 milioni di chili). Cina e Bulgaria sono paesi campioni per frode alimentare. In Cina addirittura riescono a ricavare miele attraverso uno sciroppo fatto di polvere di riso, polline e aromi artificiali. Gli zuccheri che sono contenuti in questa miscela, pressochè simili a quelli del miele, rendono difficile anche con appropriare analisi individuare la frode. In Bulgaria si usa “tagliare” il miele aggiungendo zuccheri.La cosa inquietante che nonostante i limiti imposti dalle autorità italiane nei confronti del miele di questi paesi, c'è una complicità internazionale che consente, attraverso un sistema di triangolazioni, di introdurre, comunque miele contraffatto in Italia. E' il caso del miele cinese che passa per la Spagna, e quello di altri paesi extracomunitari, che superano con facilità le dogane di Belgio ed Inghilterra.



VERIFICHE MIELE PURO DOPO L'ACQUISTO

Nell'ultima parte di questa nota, abbiamo parlato del perchè dobbiamo comprare il miele italiano, se non vogliamo esporci all'acquisto di un prodotto alterato, privo delle sue componendi essenziali, e non rischiare di ingerire abbondanti dosi di antibiotici e metalli pesanti con il quale questo miele, di pessima qualità, può essere
stato manipolato. Ma allora come difenderci, basta solo leggere l'etichetta e acquistare italiano o si può fare qualcosa in più a difesa della nostra salute e della genuinità del miele puro, ricco di di sali minerali, amminoacidi e vitamine.
Possiamo fare dei test (fonte www.greenme.it) su ciò che acquistiamo.

  1. Test del pollice: metti una goccia di miele sul pollice. Se gocciola o cade da un lato, il miele non è puro. Se rimane intatta, lo è.

  2. Test dell'acqua: riempi un bicchiere d'acqua e versa dentro un cucchiaio di miele. Il miele puro rimarrà praticamente intatto e sarà immerso nel fondo del bicchiere. Il miele alterato si dissolverà.

  3. Test della dispensa: il miele puro cristallizza nel tempo (e alle basse temperature), se invece è stato alterato continuerà ad essere miele liquido, non importa quanto tempo rimane fermo nella vostra dispensa. Fa eccezione il miele di acacia che è l'unico che non subisce il processo di cristallizzazione.

  4. Test del fuoco: immergi un pezzetto di ovatta in un po’ di miele e poi metti a contatto con una fiamma. Il miele naturale si accenderà facilmente e la fiamma lo brucerà, il falso miele invece non si accenderà a causa dell'umidità che contiene.

Per finire un consiglio. Se vi è possibile il miele acquistatelo sul vostro territorio, da piccoli apicoltori di fiducia che rispettano l'ambiente e le loro care Api e lo producono secondo la normativa europea ed italiana e sotto controllo delle strutture sanitarie territoriali.


Fonti:
LE GRANDI GUERRE DEL MIELE
Autenticità e origine geografica dei mieli globali determinati utilizzando rapporti isotopici di carbonio ed oligoelementi
Analisi del miele falso e del miele adulterato
DIRETTIVA 2014/•63/•UE DEL PARLAMENTO EUROPEO
Frodi sulla composizione fisico-chimica del miele
Miele: come riconoscere quello puro


Tutte le foto sono di mia proprietà


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Immagine di mia proprietà, realizzata da @pab.ink un ringraziamento speciale al team di @DaVinci.art


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Ciao! questo è un post coi fiocchi! tuttaltro che mieloso! Ci voleva. Me lo sono copiato come libretto delle istruzioni (essendo io un consumatore discreto di miele). E hai proprio ragione: meglio cercare qualche produttore locale genuino. Buon anno!

Grazie Sbara!!! Buon anno a te!!!

È proprio leggendo questo post che ho visto la differenza tra il miele comprato al supermercato e quello di un apicoltore che sta a poca distanza da casa.
Inutile dire che dopo l'assaggio avevo già deciso di cambiare fornitore 😉

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