Un percorso stupendo ed irripetibile - 1° parte

in #ita6 years ago


Immagine CC0 creative commons

Manca un po' di tempo ad una data particolare, che ho deciso di festeggiare simbolicamente con voi, carissimi Stemians, ed il percorso di raggiungimento sarà cadenzato da alcuni post commemorativi, con frequenza settimanale, di cui questo rappresenta la prima puntata.
Di cosa vi parlerò è abbastanza semplice, vi racconterò per sommi tratti la vita di mio fratello, ricordando gli eventi salienti che sono più suscettibili di menzione, perché ne sento davvero il bisogno, in quanto ogni volta che ho riportato qualche stralcio della sua breve e tormentata esistenza mi sono sempre sentito un po' meglio, è come se lo sentissi più vicino, e penso di rendergli finalmente giustizia.

Nasce a Rimini, la comune città natale, da una famiglia originaria della vicina provincia di Pesaro e Urbino, che verso la fine degli anni '50 decise di tentare la fortuna trasferendosi in riviera, in quella che era considerata la cittadina con la più forte espansione del circondario.
Non si trasferirono solo i miei genitori, ma furono seguiti da tutto uno stuolo di parenti, genitori, nonni, zii, e con non pochi sacrifici riuscirono, unendo le forze principalmente di mio babbo e di mio nonno, a costruire la casa dove io sono effettivamente nato, realizzando una casa su due piani, di poco più di 100 metri quadrati per piano, oltre ad un'identico sviluppo nei sottostanti garages, ed una mansarda, quella che divenne tristemente famosa in seguito.
Quando venni alla luce, mio fratello aveva 8 anni, e con noi vivevano altri 10 parenti complessivamente, per cui eravamo in tutto ben 14, davvero un nutrito gruppo molto eterogeneo, di cui ero la persona più piccola.

Ricordo la prima vera fotografia davvero significativa di mio fratello, che aveva il complesso delle orecchie a sventola, soprattutto in età giovanile, ed era relativa alla sua prima comunione, io ero piccolissimo, ed era uno scatto davvero emblematico: più che un bimbetto felice di ricevere quel sentito sacramento sembrava un sopravvissuto ad un campo di sterminio nazista, non scherzo assolutamente.

Canonici sandali, corredati dagli immancabili calze bianche fino al ginocchio, calzoncini corti poco sopra al ginocchio, giacca di probabile colore blu (la foto è in bianco e nero), e la meraviglia finale della "acconciatura", perché mio padre impose una sfumatura alta, e mio fratello venne in pratica rapato con capelli lunghi meno di un centimetro, e questo taglio militaresco metteva irrimediabilmente in risalto le sue piccole ma allargate orecchie, e mia madre mi raccontò che ci pianse dietro parecchi giorni, ma con mio padre non si ragionava in gioventù, se si impuntava su una cosa, andava fatta senza possibilità alcuna di discussione, era così e basta.
Il tutto appoggiato su un fisico esile e magro, evidenziato dalle parti nude del ginocchio e delle mani, da qui il mio paragone ad un bimbo scampato all'Olocausto.

Le cose migliorarono a distanza di un paio di anni, quando in occasione della Cresima lo sviluppo fisico era maggiore, come la lunghezza dei capelli, che era in grado di celare parzialmente l'anatomia dei padiglioni auricolari.
Una piccola botta di fortuna mio fratello la ebbe con il suo maestro delle scuole elementari, perché fu una persona molto gentile e comprensiva, al punto tale che era di mentalità molto aperta per quei tempi, e permise a mio fratello di scrivere con la mano sinistra, cosa che non sempre era "tollerata".
Non ho memorie particolari di fatti estremamente significativi che gli capitarono alle scuole medie, in quanto ero ancora troppo piccolo per rammentare qualche fatto saliente, e nessuno mi raccontò avvenimenti significativi di quel periodo.

Questa è una prima presentazione, relativa soprattutto a particolari cui sono venuto a conoscenza dalla testimonianza di altri famigliari, principalmente mia madre e mio fratello, perché mio padre ha sempre avuto la memoria molto corta, quando si trattava di cose futuli e banali come la celebrazione dei sacramenti dei propri figli, se si parlava di caccia, era in grado di ricordare vita morte e miracoli di tantissime persone ed avvenimenti, mentre per quello che riguardava gli affetti di famiglia, memorizzava solo quello che gli faceva più comodo, e di questo fatto ben presto me ne resi conto, come del conflittuale rapporto tra mio padre e mio fratello. In confronto ad alcuni miei post vi potrà sembrare un attimino stringato e striminzito, ma prendetela come una prefazione, già dalla prossima uscita i successivi post su questo argomento saranno più corposi, Buona Lettura Steemians

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Sono molto curiosa di sapere di più di tuo fratello, ricordare è l’unica cosa che rimane permettendogli di non essere dimenticato e di continuare a rimanere qui, in un certo senso.
Un saluto ❤️

Come ho accennato in questo primo post, pensavo ad un mini-percorso con tappe settiminali, dove il più difficile è stato proprio questo, quello delle presentazione con lo sviluppo di alcuni concetti ma non mi appartenevano completamente, il prossimo sarà più discorsivo e corposo, ti ringrazio della lettura e del gradito commento.

Racconti di vita vera.. che arricchiscono il valore di un blog. Povero fratello, me lo vedo con i capelli corti e la faccia imbronciata.
la lettura è stata piacevole, secondo me questa è la lunghezza giusta di un post.. come ti dissi una delle prime vole che ci parlammo.

Ciao carissimo @miti, ci hai proprio preso, faccia imbroniciata e quasi spaventata, non è una bella foto decisamente, fedele ritratto di un'infanzia che non è stata assolutamente idilliaca.
Ricordo quel discorso, della lunghezza del post, sicuramente hai ragione tu, ma mi sembra quasi di "rubare" il compenso con lunghezze del genere, che comunque concordo pienamente che sono quelle di più leggera e comoda leggibilità.
Grazie del passaggio e del graditissimo commento.

Eccola finalmente..la storia che aspettavo da un pezzo...come ti ho già detto, grazie ai tuoi racconti potremo conoscere tuo fratello...
Già questa prefazione è stata molto piacevole e ben scritta, attendo il seguito caro Mad.

Grazie dell'incoraggiamento, cara @bariski, le vostre parole sono il miglior conforto che io possa ricevere, la più efficace spinta per procedere nel racconto, se non succederanno eventi particolari, per qualche martedì consecutivamente riporterò delle note salienti, cercando di creare la miglior ambientazione possibile per i miei post al riguardo, grazie davvero

Grazie Marco...naturalmente non mancherò nessun appuntamento

Grazie a te, Dave, del commento graditissimo e del supporto!!

Hai fatto davvero una tenera descrizione di tuo fratello. Sei riuscito a farmi mettere nella sua pelle quel giorno. Un piccolo dettaglio come le orecchie a sventola può essere la fine del mondo agli occhi di un ragazzino, con le insicurezze e con desiderio di accettazione tipiche di questa età.
Insicurezze che tuo padre cercava di eludere, forse considerandole qualcosa di futile, imponendo la sua decisione, sicuramente pensando di agire nel suo bene, convertendolo in uomo forte a sua immagine e somiglianza. Realtà e tempi nei quali tutto quello che era fuori dai canoni era da reprimere, come le orecchie a sventola tra gruppi di bambini che potrebbero convertirsi in motivo di beffe, o l’essere mancini, come dici, che era poco tollerato anche in ambienti adulti.
Ti vedo osservando tuo fratello in quella foto con tenerezza e nostalgia di tempi che furono, che non torneranno o di tempi che avrebbero potuto essere e che il fatale destino vi ha negato.
Sei riuscito a trasmettermi questa immagine tenera di tuo fratello tramite la tua di tenerezza, e tenerezza è quello che sento in questo momento per e per il tuo caro fratello, per il maestro e anche per tuo padre che stava facendo quello che secondo lui era il suo dovere da buon genitore.
Dicono che questo è dovuto ai neuroni specchio che si attivano in un individuo all’osservare le emozioni di un altro che pur senza averle vissute personalmente ce le fanno sentire come proprie. Un sistema di sopravvivenza che si è innescato in noi come specie animale sociale che siamo ed è la base dell’empatia.
A me piace definirla come poesia, come fece anche Benigni.

Ci sarà nel mondo uno che di mestiere trova le parole giuste, che le sa mettere in un modo che quando gli batte il cuore a lui fa battere il cuore anche a quell’altro?
Quel giorno decisi di fare il poeta.
Dal film La tigre e la neve

Chissà cosa mi aspetterà nei prossimi commenti che leggerò, sono partito dal primo, da questo, e già mi hai fatto venire la pelle d'oca, cara ragazza....

Non penso che di possa qualificare in una certa maniera quello che hai effettivamente fatto, non sarò certamente in grado di ringraziarti a sufficienza perché mi hai fatto un grande regalo, mi hai donato parole e pensieri preziosi, da gustare e centellinare, leggere e rileggere, grazie infinite sin da ora...

Che espressione in un certo qual modo spaventata che aveva in quella foto, non ho bisogno di chiudere gli occhi e immaginarmelo perché la visione è nitida in me, questo bimbetto magro con questi occhioni scuri, tra il tuo commento e quello che ti sta riaffiorando non so come andrà a finire questa notte, fortuna che è domenica notte, a costo di arrivare lungo passo al secondo tuo graditissimo commento....

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