Ancora quattro passi fra i misteri della Valle dell'AudesteemCreated with Sketch.

in #ita6 years ago (edited)

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Oggi mi va proprio di tornare ancora una volta nella Linguadoca, per fare quattro passi insieme a voi nel dipartimento dell'Aude, sud ovest della Francia, dove un tempo si parlava il Provenzale, una lingua molto simile al dialetto piemontese conosciuta anche con il nome di Occitano o Langue d'Oc.
Una valle magica che non smette mai di stupire. Un complesso di cittadine e paesini graziosi carichi di mistero a pochi chilometri di distanza dai Pirenei, dove un tempo vissero personaggi singolari che lasciarono in eredità, fra tracce occulte da scoprire e seguire, un gigantesco puzzle senza fine da rimettere pazientemente insieme pezzo per pezzo.

Con il mio primo post qui su Steem, abbiamo già avuto modo di conoscere più da vicino le stravaganti avventure del parroco Bérenger Saunière, il celebre sacerdote di Rennes Le Château ribattezzato dalla storia "le curé aux miliards". Un semplice prete di campagna che, si diceva, avesse ritrovato un antico tesoro nascosto, visto che in seguito ad alcuni eventi legati alla ristrutturazione della chiesa malconcia, poté disporre di un'impensabile quantità di denaro per un uomo della sua posizione.
Un semplice ministro di Dio che volle riempire la sua chiesa di messaggi arcani da tramandare alle generazioni future nascosti fra le statue, le stazioni del "cammino di croce" (la Via Crucis), le vetrate e i giochi di luce che producono, il pavimento e perfino l'altare stesso.

Un lavoro dettagliato, voluto, progettato a tavolino che oramai, dopo anni e anni di studi e ricerche sul caso, non ci lascia più dubbi: quella piccola enigmatica chiesa non è fine a se stessa, ma soltanto l'inizio (o la fine) di una mappa che ci conduce verso un percorso che attraversa l'intera valle dell'Aude, lungo una sfilza di luoghi emblematici che, al pari di Rennes Le Château, celano importanti indizi utili a comprendere qualcosa in più riguardo i perché di tutta la faccenda.

La prima domanda da porsi però è: da chi fu progettato tutto questo, dal solo Saunière? La risposta è no, egli non era l'unico al corrente di ciò che aveva scoperto al tempo del restauro della chiesa e perciò, vi erano altri personaggi della zona legati a doppio filo alla vicenda, in particolare una. E non mi riferisco né alla fedele perpetua Marie Denarnaud, né ai nuovi amici dei salotti parigini.
Egli aveva un fido compare, Henri Boudet, un altro sacerdote che come lui proveniva dal seminario di Carcassonne ed era curato della parrocchia di un'altra Rennes situata nell'alta valle dell'Aude: Rennes Les Bains.

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Foto di proprietà dell'autore

Cittadina termale appena poco più grande per copertura del territorio e numero di abitanti della "gemella" arroccata sulla celebre collina, il suo nome ha origine dal primitivo Bain de la Reine (Bagno della Regina), attribuitole nel tredicesimo secolo dalla Regina Bianca di Castiglia, sposa di Luigi VIII e Regina di Francia, grata alle locali acque termali per averla fatta guarire da un orribile morbo della pelle.
Boudet, più anziano di Saunière di qualche anno e come lui nativo della zona, venne alla luce a Quillan nel 1837 e morì all'età di 78 anni, fino al momento in cui un cancro all'intestino se lo portò via due anni prima dell'amico Bérenger, nel 1915.
Nominato curato a Rennes Les Bains il giorno di Natale del 1861, fu successore di un altro sacerdote sul quale, come vedremo, sarà d'uopo spendere più di qualche parola.

Egli era, a parere di molti ricercatori, la vera mente degli enigmi di questi luoghi e della stessa chiesa di Rennes Le Château. Uno dei grandi burattinai dietro le quinte di questa caccia al tesoro senza tempo di cui nessun partecipante ha mai individuato, che si sappia, la fatidica X sulla cartina.

Supposizioni che fanno di lui un esperto conoscitore esoterista, un iniziato.

A conferma di tale teoria ci viene incontro lo strano e unico libro che il sacerdote scrisse in vita sua: "La vraie langue Celtique et le Cromleck de Rennes Les Bains", un'opera di 310 pagine, oggi introvabile, con una tiratura complessiva di sole 500 copie delle quali ne vennero vendute appena 398. Ritenuta dai più "assurda", doveva essere letta fra le righe, interpretando anche gli innumerevoli giochi di parole artefici di doppi sensi sibillini. Tramite quest'opera, Boudet spiegò a pagina 11 uno strano concetto per il quale, secondo lui, l'antico idioma dei Celti fosse retaggio dell'ancor più antica lingua sanscrita e che quindi, i Celti fossero originari dell'Asia, il continente ritenuto la culla ancestrale della civiltà. Una teoria che seppe intrecciare abilmente con le tradizioni locali e la posizione dei numerosi menhir sparsi per tutta l'area intorno a Rennes Les Bains.

Un lavoro apparentemente folle e senza senso.

Proprio un riferimento alla pagina 11 di questo libro, lo si ritrova sulla lapide della sua tomba nel cimitero di Axat.

Sull'angolo in basso a destra è scolpito un libro chiuso che riporta un'enigmatica incisione: I.X.O.I.E.

In apparenza senza significato, se letta al contrario diventa qualcosa simile a 310XI, che possiamo interpretare così: "di trecentodieci pagine, prendete in esame la numero undici".
Le stranezze di questo libro però non finiscono qui.
Le più interessanti riguardano la data di pubblicazione e l'editore: l'anno indicato sulla copertina e il nome dello stesso (indirizzo legale compreso), rispettivamente il 1886 e il cognome Pomies, non possono essere in alcun modo ritenuti validi, in quanto tale persona aveva già ceduto l'attività sei anni prima, nel 1880, ad un certo Bonnafus, reale editore dell'opera di Boudet, che inspiegabilmente però la pubblicò a nome del vecchio proprietario della stessa casa editrice.

Insomma, un vero e proprio scritto ermetico, simbolico, di difficile interpretazione per occhi e menti non "iniziate", frutto della gran cultura gnostica e della conoscenza esoterica di questo prete, senza dubbio dovuta alla sua appartenenza ad una qualche società segreta presente sul territorio da molto tempo. Una società che spesso farà riferimento ad una particolare data del calendario gregoriano, che anche Saunière avrà modo d'incontrare lungo il suo cammino attraverso questa storia.

Perfino il parroco predecessore di Boudet, come poc'anzi preannunciato, merita menzione speciale per la sua importanza nel grande mosaico che stiamo analizzando. O meglio, necessita particolare attenzione la lapide del suo sepolcro nel cimitero attiguo alla piccola chiesa parrocchiale di Rennes Les Bains, la quale riporta un'epigrafe davvero inconsueta:

ICI REPOSE JEAN VIÉ
NÉ EN 1808
NOMMÉ CURÉ EN 1840
MORT LE 1ER 7BRE 1872
PRIEZ POUR LUI.

Non pensiate che quella strana dicitura sia dovuta ad un escamotage dello scalpellino per sopperire ad una mancanza di spazio perché non è così, ve lo assicuro. Ho visto quella lapide con i miei occhi perciò escludo categoricamente questa possibilità.
Fu scritta così appositamente. Lo sappiamo per certo perché, se 7BRE è un modo molto moderno (quasi da SMS se vogliamo) di scrivere "Septembre", con altrettanta certezza sappiamo che Jean Vié non è morto il primo di Settembre, ma il giorno prima, ovvero il 31 Agosto!

Potrei lasciarvi qualche minuto per tirare ad indovinare il perché la data di morte del vecchio parroco fu incisa nella pietra in questo strano modo, ma se ragioniamo e consideriamo che da queste parti vi fu per alcuni la strana usanza di lasciare firme e messaggi occulti dappertutto, anche servendosi di assonanze e giochi di parole come pure fece Boudet con il suo libro, allora la risposta ci dovrebbe apparire chiara.

Fu fatto per mettere in evidenza una data, quella che come anticipato sarebbe apparsa più volte: il 17 JEANVIÉ(r), ovvero il 17 GENNAIO, che fra l'altro è anche la stessa in cui Bérenger Saunière fu colpito dall'ictus che lo portò alla tomba cinque giorni dopo; ma anche quella in cui nella chiesa di Rennes Le Château, clima permettendo, una delle vetrate colpita dai raggi del Sole proietta vicino alla statua di Santa Germana quello che assomiglia molto ad un albero carico di mele blu. Anche la data che, in un certo senso, farà parte di tutti quegli stimoli che indussero Saunière alla decisione di intraprendere gli scavi nel cimitero della sua chiesa.

Questa però è un'altra storia e la potete trovare qui.

Per adesso rimaniamo concentrati su Rennes Les Bains, qui i luoghi da scoprire non sono ancora finiti.

Le sorgenti termali e il trono del diavolo!

Vi sono dieci sorgenti termali a Rennes Les Bains, alcune delle quali vicine al centro abitato ed altre più distanti, immerse nei boschi che circondano il villaggio. Cinque di esse sono calde, con una temperatura intorno ai 37 gradi celsius per quella più fredda e ai 47 per quella più calda di tutte.
La restante metà comprende altrettante sorgenti d'acqua fredda, tutte battezzate con nomi molto belli, alcuni anche inerenti alla nostra ricerca.

Fra di queste troviamo:

- La source de la Madeleine;

- La fontaine des amours (un luogo molto suggestivo legato ai pettegolezzi che giravano intorno al rapporto di amicizia fra Saunière e la cantante lirica Emma Calvè, in quanto venne trovata sul luogo un incisione sulle rocce tipica degli innamorati poi cancellata da ignoti);

- La source de Pontet.

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Foto di proprietà dell'autore - La fontaine des amours

Infine, ecco le due sorgenti che andremo a visitare più da vicino, in quanto ubicate nei pressi di una radura in un bosco adiacente al villaggio, nella quale è presente una roccia squadrata che assomiglia moltissimo ad un trono di pietra. Così squadrata da sembrare più opera dell'uomo che della natura, una sorta di monumento preistorico che è stato battezzato come una delle sorgenti vicine che porta il nome di "Source du Diable": "Le Fauteuil du Diable", rispettivamente la sorgente e il trono (o la sedia) del diavolo.

Questa particolare roccia doveva in qualche modo aver attirato l'attenzione dei nostri sacerdoti protagonisti, quasi certamente quella di Boudet che, come visto, fra i due era la "mente più contorta" e più avvezza a questo genere di simbolismo. Quel luogo aveva probabilmente giocato un qualche importante ruolo in uno o più momenti nel corso della storia, perché un altro indizio ci porta a ricollegarlo con la faccenda che stiamo seguendo.

Nelle immediate circostanze del Trono del Diavolo, vi è anche l'ultima delle sopramenzionate sorgenti fredde: la source du Cercle, la sorgente del Cerchio, una piccola fonte rotonda non più grande di un catino di medie dimensioni.
Forse qualcuno che ha già in precedenza letto il mio post sulla storia di Rennes Le Château ha già compreso a quale altro aspetto della vicenda è collegato il misterioso trono di pietra...

Ma certo, al diavolo, a chi sennò? Lo dice il nome stesso. Come quale diavolo?
Quello che ancora oggi regge l'acquasantiera nella chiesa di Santa Maria Maddalena a Rennes Le Château, il demone Asmodeo, anticamente considerato il guardiano del tesoro nascosto del tempio di Salomone in Terra Santa, la cui statua fu commissionata e inserita nel contesto da Saunière probabilmente proprio su consiglio dell'amico Boudet.

Come facciamo a saperlo, vi starete domandando? Semplice, osservatelo bene. La statua regge l'acquasantiera assumendo una strana posizione poco naturale. È seduto (o accosciato) e allo stesso tempo anche inginocchiato, ma con un ginocchio solo, quello sinistro. La mano sinistra aperta sul ginocchio destro e con la mano destra in posizione tale da formare un cerchio, come se stesse impugnando un bastone invisibile.

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Fonte Wikipedia - La strana posizione della statua di Asmodeo

Cosa ci sta indicando con la mano a cerchio? E dov'è finita la sua sedia, poverino?
E se anche la mano con le cinque dita ben aperte sopra il ginocchio, nascondesse un messaggio celato per mezzo di un gioco di parole in lingua francese?

Cinque ginocchio, cinq genou in francese, una frase di appena due parole che per assonanza e pronuncia assomiglia molto a Saint-Genou. Un santo che, guarda caso, è festeggiato proprio il 17 di gennaio...


BIBLIOGRAFIA:

  • L'enigma di Rennes le Chateau, Giorgio Baietti
  • Lo specchio inverso, Giorgio Baietti

PUBBLICAZIONI SUCCESSIVE:

  1. Rennes Le Château nei dettagli: #1 La lapide della marchesa
  2. Rennes Le Château nei dettagli: #2 Pilastri, altari, pergamene e Parigi
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Storie affascinanti... mi permetto però di azzardare una spiegazione più semplice per la scritta
I.X.O.I.E. = ΙΧΘΥΣ, acronimo di Iησους Χριστóς Θεοῦ Υἱός Σωτήρ
ovvero Gesù Cristo Salvatore Figlio di Dio.
ΙΧΘΥΣ è la parola greca che significa pesce, motivo per cui spesso si trova Cristo rappresentato con un pesce stilizzato.
;)

Affascinanti e vere ;)
Grazie per la precisazione, perché non conoscendo il greco non avevo mezza idea di quanto mi informi.
Però questo non fa che rafforzare l'ipotesi dell'inversione. Questi personaggi avevano il vizio di nascondere messaggi comprensibili solo a pochi iniziati, in mezzo a simboli, lettere e parole ad una prima lettura comprensibili a tutti. Nella zona di Rennes Le Chateau ne abbiamo moltissimi esempi, in primis le N di INRI rovesciate sopra i crocifissi. Per esempio vi è anche la strana inversione di un particolare tipico delle statue di San Rocco che si possono ammirare nelle chiese dell'Aude, non ultima quella di Rennes Le Chateau. In effetti sono ancora tantissimi i dettagli di cui non ho parlato con i miei post qui su steem, mi sa che dovrò fare ancora qualche post sulla vicenda ;)
Un'ultima cosa: a volte, in questi casi di occultazione messaggi e significati, sono piccole incongruenze a far notare agli iniziati che sussiste una chiave di lettura alternativa. In ΙΧΘΥΣ, sigla perfettamente calzante con l'ortodossia cristiana, come tu ci fai notare, la penultima lettera, è appunto una Y. Nella dicitura fatta incidere da Boudet sulla sua lapide, è invece una I. Per altro i cimiteri della zona, incluso quello di Axat, sono pieni di stranezze e calvari allineati, cartograficamente parlando, con determinati "punti d'interesse" che disegnano una specie di grande mappa sul territorio, che per altro è sorprendentemente e strettamente correlato con i principi di "geometria sacra".
L'Aude non finisce mai di stupire... Mi hai proprio fatto venire voglia di scrivere qualcos'altro, sul dettaglio di tutti gli enigmi :D

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