Un "trucco" per non avere paura del foglio bianco

Chi, come me, ama disegnare, ma talvolta soffre di horror vacui, o paura del foglio bianco che dir si voglia.
C'è però qualche trucchetto che si può usare per sbloccare il flusso creativo ed iniziare a riempire un foglio, persino quando non si sa da dove iniziare.

Con me uno dei sistemi che funziona meglio è un gioco che facevo già da bambina con la mia amichetta delle elementari. All'epoca abitavamo vicine e al pomeriggio giocavamo sempre insieme, da me o da lei. A casa aveva una cosa che le invidiavo tantissimo, anzi due: una stanza dei giochi, alla cui parete era appesa una bellissima lavagna bianca a pennarelli cancellabili. Mi rendo conto che a dirlo ora non fa nessun effetto, ma tenete conto che, a quei tempi, per quanto ne sapevo io, le lavagne stavano solo a scuola, erano nere e ci si scriveva con il gesso bianco che riempiva le mani di polverina fastidiosa. In più si usavano per fare principalmente gli esercizi di matematica se interrogati (utilizzo standard) o per scrivere "PAOLA OCA" durante i dieci minuti di ricreazione, durante i quali ci si lanciava anche i cancellini (utilizzo ludico). Quindi, una lavagna bianca a disposizione, che magicamente si poteva cancellare senza lasciare tracce, si usava con colori diversi e senza sporcarsi le dita, mi sembrava uno strumento di divertimento lussuosissimo. Il nostro gioco consisteva nel tracciare una riga verticale al centro in modo da suddividere i relativi spazi di azione, poi entrambe scarabocchiavamo alcune linee e subito ci scambiavamo di posto. Da quei tratti casuali si doveva ricavare un disegno, e vinceva chi faceva quello più bello. Ovviamente eravamo noi stesse a giudicarci l'una con l'altra, quindi il gioco finiva in eterna parità.

Uso ancora questo giochino, da sola o in compagnia, quando il foglio è troppo bianco e le idee scarseggiano. Esiste un fondamento scientifico: si sfrutta la pareidolìa, ovvero la capacità del cervello umano di "riconoscere" istantaneamente somiglianze in forme casuali: ad esempio nelle nuvole, nei profili delle montagne, nella forma dei sassi, nelle venature del marmo.

Così, da uno scarabocchio senza senso puoi immediatamente iniziare a visualizzare una scena da rappresentare, che può costituire il disegno stesso o lo schizzo di base.

Vi riporto qualche esempio tratto dai miei taccuini di schizzi (cartacei e digitali).

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foto e disegni dell'autrice