Come si diventa pirati? [theneverendingcontest]

in #ita6 years ago

Philip James de Loutherbourg (1740–1812), via Wikimedia Commons - Pubblico Dominio

Forza ciurmaglia! Avete i granchi nei pantaloni? Ai cannoni! Oppure volete salutare quel galeone agitando i vostri fazzolettini ricamati? Devo usare voi al posto delle palle di piombo?

Tra i vari modi possibili di approcciare una comunicazione tra il capitano di una nave pirata e il suo equipaggio, la modalità selezionata da John the Barber era questa: una voce che sembrava un tuono e minacce non troppo velate di sbarazzarsi dei più pigri in mille modi creativi: il classico pasto per i pesci era troppo banale per il Barbiere, che preferiva guidare i suoi uomini tenendo ben vivo il ricordo della fama che lo accompagnava. Si raccontava infatti che, nel corso di uno dei suoi primi arrembaggi, avesse infilato nei cannoni le teste di un gruppo di ammutinati e le avesse letteralmente sparate contro la nave nemica. Anche il soprannome derivava da una serie di azioni piuttosto cruente che, come immaginerete, comprendeva l’utilizzo di rasoi ben affilati.
Un cattivissimo, dunque. O così pareva.

Papà, come si diventa pirata?
Little Lou, è una lunga storia, e tu già la conosci.
Ma io non ho sonno, e voglio sentirla. E se non me la racconti, diventerò un cattivo pirata invece che un pirata cattivo”.

Avete appena assistito ad un piccolo brano di conversazione tra John the Barber ed il figlioletto Lou, la sera prima dell’attacco di cui si accennava qualche riga qui sopra.
Il bambino aveva sei anni ed era l’unico vero punto debole del Capitano, che poteva compiere qualsiasi genere di nefandezza senza battere nemmeno un ciglio ma che, quando si trattava del figlio, svestiva i panni dell’orca assassina per prendere quelli protettivi di un pinguino imperatore.
Così, come ogni buon padre, completamente disarmato di fronte alle richieste del suo bambino, il capitano iniziò il suo racconto.

Tanto tempo fa, quando ero appena più grande di te, mio padre si imbarcò su una nave della flotta di Morgan, per combattere contro gli Spagnoli. Già da tempo gli Spagnoli erano nemici giurati della nostra grande Inghilterra.
Quanti anni avevi?
Dieci, quasi per intero passati tra porti e velieri. Quando mio padre salì sulla sua nave per andare in guerra, mi lasciò alla taverna del porto, l'oste mi avrebbe ospitato ed in cambio avrei lavorato per lui. Ma io disobbedii, mi nascosi dentro una cassa mentre stavano imbarcando le vettovaglie e rimasi nascosto nella stiva per giorni e giorni.
E non mangiavi?
Certo che mangiavo: non per niente mi ero nascosto tra le provviste.
E dove dormivi?
Mi ero ricavato un morbido giaciglio su due sacchi di farina. E, a dire il vero, non ho mai più trovato un letto tanto comodo.
Bene, e poi cosa successe?
La nave navigò per giorni e giorni, dal porto al mare aperto, fino a quando iniziò la battaglia. Gli spagnoli attaccarono la flotta inglese e la nave su cui mi trovavo venne colpita duramente. Sentivo le urla fin sotto coperta. Non riuscii più a stare nascosto, non sapevo che cosa stesse succedendo, ed ero preoccupato per mio padre. Salii la scaletta e mi trovai in cucina, presi due grossi coltelli e salii ancora, verso il ponte. Il tempo di affacciarmi e vidi mio padre cadere in mare, colpito dalla spada di uno spagnolo. Non avevo mai combattuto, ma la prima reazione fu quella di usare i coltelli contro l’assassino di mio padre. Lo feci a fettine.
Bravo papà!

Quello che il piccolo Lou non poteva sapere era che nella realtà dei fatti John, terrorizzato come qualsiasi altro ragazzino di fronte ad una scena di morte, aveva assistito a tutto da una fenditura aperta da una sciabolata sul ponte del vascello, e vide sì il padre morire in battaglia, ma rimanendo nascosto e paralizzato dall’orrore.

Da quel momento decisi che avrei per sempre vissuto per punire gli assassini di mio padre e che nessuno spagnolo avrebbe mai più solcato questi mari senza incorrere nella mia ira e nella mia vendetta.

Anche questa parte era un tantino romanzata: se è vero che da quel momento John prese ad odiare ferocemente gli Spagnoli in ogni loro forma e manifestazione, dovettero passare altri vent’anni prima che da Joe, il mozzo di infima categoria, nascesse la leggenda del capitano John the Barber, ed in mezzo ci fu tutta la storia del marinaio Johnny. Ma come si fa a spiegare ad un bambino di sei anni che prima di diventare un eroe temuto in tutti i mari, bisogna passare anni ed anni a pelare patate in una cambusa puzzolente?

Ed è così che sei diventato il Capitano John the Barber?
Esatto figlio mio” disse il capitano, tralasciando la cronaca di una ventina di anni di dura gavetta. “Finita la battaglia, miracolosamente vinta da noi Inglesi, nonostante le tante perdite tra i nostri, tornammo al porto e mi imbarcai, stavolta ufficialmente.”

Ed anche qui, omise il racconto di quando lo trovarono scioccato ed immobile nello stesso punto in cui era rimasto impotente ad assistere alla morte del padre, del numero di frustate prese da Morgan in persona per aver osato introdursi clandestinamente in un vascello da guerra e, peggio ancora, aver consumato le derrate alimentari destinate alle truppe, così come non disse una parola delle lacrime versate, della disperazione per la morte del padre, delle suppliche per ripagare con il lavoro il cibo rubato.

E ti diedero un vascello da comandare?
Non subito, ma da quel momento imparai tanto su come si guida una nave e su come si comanda un equipaggio” disse, ricordando le pedate nel sedere prese -con grande dignità- direttamente dagli stivali dell’ammiraglio, durante l’esercizio delle sue funzioni di mozzo.

Quando poi arrivò l'ordine di rientro ai porti, perché le ostilità con la Spagna erano finite, quelli che come me avevano tanti conti in sospeso, disobbedirono. Del resto eravamo noi i patrioti che preservavano l’onore della Corona. Io stesso giustiziai con le mie mani il capitano vigliacco che voleva fare pace con gli spagnoli, e presi il comando della nave.
L’hai ucciso, papà?
Ovviamente, sì. Ricordati sempre: a terra c’è tanto spazio, ma su un veliero in mezzo al mare i codardi sono inutili e dannosi.

Lou annuì convinto. Il tempo di uno sbadiglio, di una carezza da una mano ruvida e callosa e stava già dormendo.


Partecipo con questo racconto a #theneverendingcontest di @spi-storychain.
Tema della settimana: Pirateria. Ambientazione: fra '600 e '800

Sort:  

Anche i pirati cattivissimi hanno un cuore e sono capaci di tenerezze coccolose!
Il Barbiere sarà per sempre un super pirata agli occhi del piccolo Lou, un eroe (o anti-eroe, a seconda dei punti di vista).
Bel racconto e bel racconto nel racconto :)

Uh cavolo prima ho postato e poi ho letto, così il mio portagonista ha il nome quasi uguale al tuo... Dev'essere che abbiamo lo stesso immaginario di riferimento :)

ahah ho letto :)))

Hai tirato fuori il meglio di te, in questo racconto, cara @heidi71, sapientemente mischiando tenerezza con la rude descrizione del comportamente piratesco, fornendoci un gran bel racconto, condito dalla dolcezza e senso di protezione che un padre ha nei confronti del figlio, complimenti

Ho visto tanta dolcezza in questo racconto..

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:) grazie di aver letto e commentato :)

Naturalmente spietato. Passare dal pelare le patate a pelare I malcapitati. Forse anche I pirati di oggi parlano così ai loro figli. Forte!

Magari lo chiamavano Barbiere perché tagliava la barba alle barbabietole, chissà :D

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