M.L.steemCreated with Sketch.

in #ita6 years ago (edited)

Al tempo stesso M.L. dice: “hai presente il cavolo di cognome che porto? Di tutte queste menate sui diritti dei neri non ne voglio sapere più niente”. E così sarebbe già finito tutto quello che devo dire. E’ già il punto terminale, poco prima di quando ti ritrovi che sono finiti i pop corn e giri l’ultima pagina bianca del libro.

Solo che io sono uno che ha sempre avuto una buona capacità di fare più cose in una volta, certo quindi posso continuare a raccontare la mia storia mentre ascolto gli strafatti borbottii di Mylie L. mentre fa Stanky leg di fronte alle vetrate pressoché infinite della Inc TV Shop nel tentativo di racimolare due dollari, mentre la mia vera attenzione è rivolta alle immagini dei monitor e al suono della mia voce che scorre sotto le insegne luminose e nel mezzo, nel vero mezzo di questo cazzo di vortice di gente che la vedi attraverso i fiumi di scarpe che si susseguono una dopo l’atra incrociandosi di qua e di la interrompendo i riflessi della luce sul pavimento liscio e che si credono, tutti questi che camminano intendo, si credono che portandosi a casa un elettrodomestico nuovo possono ancora tentare di passare una notte da urlo con l’altra metà di cui non ricordano più nemmeno il colore dei peli delle gambe. Fatto casino tutto questo, ma cosa li leggono a fare i giornali e gli articoli di cronaca che gli raccontano una vita migliore di quella che si trovano nelle scarpe.

Comunque tra sette minuti, fra neanche sette minuti, secondo più secondo meno, M.L. si metterà a fare i suoi passi di Popping e Locking and Dropping, ma questo non è ancora il massimo. Non ci farà che pochi centesimi con il Dropping. Mentre io sono al momento in cui inizio a dire: “Ehi la sai quella cosa che dicono sui corsi di scrittura creativa di Mamma Ruta alla Ohio Literary School. In mezzo alla fuliggine di tutta questa vita di merda dicono che mischiano Burroughs ai riti candomblè Ifa e che quando scrivono una storia su uno che viola i diritti dei neri d'America è come infilzare una bambola”.

La mia non è una finzione, ma Mylie Little gira fuori un Twerk che fa svolazzare una banconota da cinque dollari dalle mani di un passante e sulla vetrata della Inc TV Shop, quelle vetrate mega galattiche che ti ci perdi dentro, ci vedi il riflesso dei suoi bianchissimi denti che sembrano dire “lascia tua moglie e fumiamo una sigaretta insieme amico”.

Progetto 8.png

Non avevo la minima idea della forza che possono avere i racconti farciti di iniziazioni Ifa, ma sono qui che sto cercando di dirglielo a M.L. che quelli sono partiti con un racconto per stroncargli la vita. E sono lì che lo punzecchiano, come infilare capelli veri in una bambola e danzatori che eseguono passi tutto in torno, ovali di vernici spray sul pavimento. Per lavare le pecche di questo mondo non c’è niente di meglio che una donna di colore che da sotto la Risolute desk si mette a sedere al posto di comando.

Qualche attimo prima c'è stata M.L. Che ha tirato dentro il secondo auricolare e si è allontanata con tutto quel folto di treccine bianche che fanno dougie dougie. E io sono lì dietro che dico inavvertitamente “hai presente che non puoi condannare a morte un presidente”, proprio mentre sulle TV che tappezzano le vetrate partono le notizie flash e Mylie Little spara una sequenza di Twerk da costringere le mamme a chiudere gli occhi dei bimbi, proprio d’avanti al faccione del rappresentante della casa bianca che fa un annuncio. Ci puoi giurare che questo è il momento giusto in cui devono volare i dollari di carta con M.L. che ci da dentro come mai nella vita e se non fosse che in questo maledetto istante preciso, per qualche ragione che M.L. non capisce, è tutto un corto circuito, il tappetino si riempirebbe di carte verdi.

Al tempo stesso sto cercando di dirle che non avevo nessuna percezione di un certo tizio di nome J. German Simmons, è del fatto che si trova a calpestare le vernici spray che colorano il pavimento della Mamma Ruta O.L.S. mentre porta avanti il suo reading. Non ho mica mai sentito la sua voce. Ma qualcuno mi ha raccontato tutto.

Me l'ha detto quello spiantato che vende spinelli al propoli. Mi ha detto che questo suo compagno di stanza, questo ragazzino peloso con gli occhiali storti, originario di Birmingham, sbava per le acclamazioni che fanno alla M.R. Ohio Literary School. quando ti dicono che il tuo racconto è il migliore. Sbava per essere indiscutibilmente quello che si prende tutti quegli elogi come se a scrivere fosse stato Stephen King, con tutto quel sangue che cola che diventa latte da bere, mentre tutti gli altri danzano in cerchio e in qualche parte del mondo, qualcuno di famoso muore tragicamente come gli attori di un film.

Al tempo stesso, quelli che passano di fronte alle vetrine della Inc TV Shop, si trovano a non capire cosa stia dicendo il rappresentante della Casa Bianca ai giornalisti che si parano davanti con la mano alzata. Non si capisce nemmeno come faccia, parte del suo volto, a sbucare fuori a singhiozzi in mezzo ai Twerk sempre più veloci di M.L. Mentre altre Tv mostrano la bandiera a mezz’asta.

E in tutto questo io continuo a dire che quel tizio sbava per far morire i più potenti, quello grosso con i peli, quello del reading. Mi dice il mio amico che nei suoi appunti ha letto un pezzo del racconto che dice tutto, è che lui, questo tizio, ha intenzione di leggerlo oggi, di leggerlo ora.

E che in mezzo a tutte quelle righe c’è di tutto… e sto dicendo a M. Little fermati un attimo mentre lei fa Shuffle con i piedi. Le sto dicendo leggiti questa follia di pezzo, mentre lei mi snobba con gli occhi che si voltano verso le vetrate, verso le righe bianche e rosse che svolazzano sotto le nuvole. Leggi queste frasi e pensale come se fossi sotto l’effetto di un candomblè Ifa:

Finalmente Derrek si decise a risponderle. “Lo devi fare. Lo sai. Ne abbiamo parlato all’inizio, ora non ti puoi tirare indietro.” Lei continuò a guardarlo quasi implorandolo con lo sguardo per fargli cambiare idea, ma non disse nulla. “Credi che per me sia stato facile fare tutto quello che ho fatto?” Con questo Derrek considerò chiuso il discorso, si girò su se stesso e uscì dallo studio ovale chiudendosi la porta alle spalle, senza voltarsi. Fuori lo stavano aspettando per riportarlo in cella. Donna Selleman, il presidente Donna Selleman, schiacciò il pulsante dell’interfono e, cercando di dissimulare il tremolio della voce, disse: “James, parla tu con la stampa. Il presidente Selleman non si avvarrà della sua facoltà di grazia, non ci saranno rinvii alla sentenza, l’ex presidente Derrek Kerfidelk verrà giustiziato domani mattina. Grazie James.” Non attese nemmeno una risposta, chiuse la comunicazione e lasciò lo studio ovale per ritirarsi a riposare nella sua stanza personale.


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Ci tengo a ringraziare @ilnegro per l'impegno messo nella ideazione del contest e nella sua realizzazione, sono contento di essere riuscito a partecipare.

Sort:  

Gli "spinelli al propoli" sono epicissimi!🤣🤣🤣
Grande etn0! Originalità da vendere e gran bel disegno!!🔝👏✌️

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Ahaha sai che sono un salutista :)
IpIp urrà per le api ahaha

Perfetto! Veramente perfetto!
Per me, hai vinto tu!

Gentilissima pawpawpaw
Sono arrivato ora in Toscana, qui c'è pochissima linea e niente WiFi sig

In che parte della Toscana?

Siamo nel Casentinese :)

Allora non siete lontani!

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