Il bibliotecario francese: cap. XLII
In quei giorni fratello e sorella ebbero modo di valutare la situazione e si accordarono per cercare un ospedale o una clinica di La Floresta dove lavorare come infermieri. Essendo partiti come volontari nell'ambito sanitario, ai sensi della legislazione panamericana non avrebbero avuto l'obbligo di rimpatriare per preparare una lunga serie di documenti al fine di ottenere una stabile residenza nel paese caraibico. Al Centro Arcoiris non sarebbero comunque più tornati, anche se la direzione avrebbe loro accordato il permesso, una volta venuta alla luce tutta la verità sulla penosa vicenda che li aveva visti coinvolti. Troppi ricordi dolorosi, soprattutto per Adriana, perché ogni angolo della struttura e perfino tutta Habanita le avrebbe ricordato Trent, che doveva e voleva solo dimenticare. Avrebbero cercato lavoro in qualsiasi ospedale di qualsiasi altra città, preferibilmente nella capitale, unico posto dove avrebbero potuto prendere qualche specializzazione che sarebbe tornata utile alla loro carriera infermieristica, ma soprattutto ai pazienti. In ogni caso si rendevano entrambi conto che ben presto, una volta fuori dalla biblioteca di Habanita, avrebbero avuto bisogno di uno stipendio, quand'anche irrisorio. Non volevano finire con il pesare sul signor Lafayette a tempo indeterminato. Il bibliotecario provvedeva già a Robert e fin dove ne sapevano, anche a Héctor. Adriana e Nico non volevano abusare della sua generosità. Avrebbero però dovuto scomodarlo per un'ultima volta, l'ultima, gli avrebbero promesso, per pregarlo di indirizzarli a un posto dove stare nella capitale o altra città che il signor Lafayette conoscesse bene, dato che non avevano alcun punto di riferimento al di fuori di Habanita, nessun contatto e non conoscevano nessun'altra città di La Floresta. C'era solo da sperare che una volta trovata una sistemazione, il padrone di casa non prentendesse affitti anticipati. Qualche soldo proveniente dal loro lavoro alla biblioteca lo avevano conservato, parsimoniosi com'erano stati. Per la verità non avevano mai avuto le mani bucate, neppure quando vivevano da ricchi borghesi in Portogallo, ma a La Floresta ogni economia non era mai di troppo. Però forse i pochi denari che avevano in tasca non sarebbero stati sufficienti, specie nella capitale. In ogni caso, avevano deciso che avrebbero pensato a come risolvere l'eventuale problema soltanto qualora si fosse presentato. Al momento il punto fermo era che non sarebbero rimasti ad Habanita e neppure tornati in Portogallo. I coniugi Mascarenhas, i loro genitori, avevano licenziato Alberta e ora la loro tata non aveva più alcun tetto sulla testa diverso da quello del carcere di La Pinta. L'unica abitazione che la tata aveva avuto fino alla partenza per La Floresta era stata la villa dei Mascarenhas. Ma nè Adriana nè Nico l'avrebbe mai abbandonata.
Posti online in cui "Il bibliotecario francese" si trova:
1)camTV, in cui avevo pubblicato anni fa un'edizione precedente con il mio pseudonimo Giusy Gil Mammana Parisi (dove però manca una piccolissima modifica operata in favore di steemit, per avere diviso un capitolo lungo in due puntate)
2)publish0x, nickname PousinhaDosPous, stesso avatar che ho qui su steemit (idem come sopra)
3)blurt (al momento fino al cap. XIV), stesso nickname e stesso avatar di qui su steemit
DISCLAIMER IN ENGLISH: I'm the author of this e-book (and other e-books too), previously published in the above mentioned platforms, using my pseudonym in one of them (camTV) and a similar but longer username and same avatar in publish0x
Ps: immagine Pixabay royalty free, autrice Megan_Rexazin_Conde (https://pixabay.com/es/vectors/m%C3%A9dico-enfermero-hospital-salud-5459653/)
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