Vera festa? - True celebration? [ITA-ENG]

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QUANDO LE COSE SFUGGONO DI MANO

Al goal realizzato da Boulaye Dia, ad una manciata di minuti dal termine della partita di domenica scorsa tra Napoli e Salernitana, che ha permesso agli ospiti di raggiungere un insperato pareggio, un'intera città si è fermata con il sangue ghiacciato nelle vene. La festa, pronta ad esplodere per le vie di Napoli, tra locali e persone organizzatrici di viaggi intercontinentali (almeno così ci è stato raccontato) per essere presenti al grande evento, era stata per forza di cose accantonata, vista la mancata ufficialità dello scudetto per i ragazzi di Spalletti.

Roba da poco conto, si dirà, dato che il tutto si è concretizzato appena quattro giorni dopo, ma a ben osservare le cose quella particolare sliding door, vissuta nella serata di festa mancata dello stadio Maradona, ha complicato non poco le cose, cambiando di parecchio la percezione e il sapore delle celebrazioni.

Lungi da me tirare in ballo, come fatto da qualcuno, pseudo maledizioni appiccicate alle vittorie, che affliggerebbero il Napoli nelle poche occasioni di felicità, velandole per un motivo o per l'altro di grigio fin dai tempi di Maradona e Alemao, per arrivare alla "plusvalenza" Osimhen, ma quanto accaduto subito dopo il triplice fischio della partita giocata ieri sera a Udine, sia nel capoluogo friulano che nei vari palcoscenici della festa, non può lasciare indifferenti.

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La Dacia Arena di Udine. Foto da Matteo.favi, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons

Prima ancora che l'arbitro Rosario Abisso decretasse la fine delle ostilità, sancendo la tanto sospirata ufficialità del terzo titolo partenopeo della storia, (ora a sole quattro lunghezze dai sette della Pro Vercelli), migliaia di tifosi napoletani hanno cominciato ad invadere il campo di gioco, per accaparrarsi un prezioso souvenir della serata.

Come apprendiamo dai racconti dei presenti alla Dacia Arena, sono state cosi divelte zolle del terreno, tagliate le reti delle porte, sradicate le bandierine, rubati palloni e più in generale creati disordini in ogni settore, compresa la sala stampa. Per di più, alcuni tifosi del Napoli hanno pensato bene di portare parte dei festeggiamenti sotto la Curva Nord, abitata dagli ultras di casa, scatenando un prevedibile parapiglia.

C'è voluto un grande dispiegamento delle forze dell'ordine per riportare la calma, ma ciò non ha impedito che alla fine della serata si contassero diverse decine di feriti. Molti questa mattina puntano il dito contro il prefetto di Udine, Massimo Marchesiello (napoletano e tifoso azzurro), che pur conscio della pericolosità dell'incrocio tra le due tifoserie non aveva voluto vietare la trasferta ai suoi concittadini, per non privarli una seconda volta dei festeggiamenti tanto sospirati.

Nonostante la violenza di alcuni scontri, almeno ad Udine sembra siano state evitate grosse tragedie e il bilancio più grave rimane così quello del capoluogo capano, epicentro e cuore della festa, dove a causa di alcuni spari ha perso la vita Vincenzo Costanzo, un giovane tifoso di appena ventisei anni, residente a Ponticelli, con le dinamiche tuttavia (potrebbe trattarsi di un regolamento di conti favorito dalla confusione) non ancora del tutto chiare.

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Ma non solo, perché nella ebbra notte napoletana si è assistito a tutto e al suo contrario, in un clima che a qualcuno ha ricordato la celebre "Notte dello sfogo" della serie "The Purge", durante la quale ogni comportamento, anche il più criminale e cruento, veniva depenalizzato.

A Casoria, un uomo di 43 anni ha perso il controllo della sua auto, finendo per travolgere quattro persone che stavano passeggiando e partecipando ai festeggiamenti; una di esse, una ragazza di soli vent'anni, è tutt'ora ricoverata in codice rosso all'ospedale di Frattamaggiore per un'emorragia cerebrale, e sarebbe al momento ancora in pericolo di vita, mentre un ragazzo diciannovenne ha perso alcune falangi della mano per lo scoppio di un petardo.

Un carabiniere è stato investito da uno scooter in fuga da un posto di blocco, mentre un altro colpito al volto da un tifoso, dopo il rifiuto di consegnare ai militari una pistola. Il bilancio totale parla, oltre ad un morto e ad una ragazza in gravissime condizioni, di oltre duecento feriti (una ventina entrati in pronto soccorso in codice rosso), e di danni strutturali in varie zone della città, soprattutto alla Fontana del Carciofo e al Palazzo reale di Piazza del Plebiscito.

Insomma, parlare di festa, ancora una volta, appare quanto mai fuori luogo, ma in questi casi, in genere, si ricorre al vecchio trucchetto dello spostare l'attenzione su altro. Scommettiamo che succederà presto di nuovo?

Statemi bene, alla prossima!

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WHEN THINGS GET OUT OF HAND

At the goal scored by Boulaye Dia, a handful of minutes from the end of the match between Napoli and Salernitana, which last Sunday allowed the guests to achieve an unhoped-for draw, an entire city stopped with frozen blood in its veins. The celebrations, ready to explode in the streets of Napoli, among locals and people who had even organised intercontinental trips (at least that's what we were told) to be present at the big event, had been put on hold, given the unofficial nature of the Scudetto for Spalletti's boys.

A minor matter, you might say, given that it all came to fruition just four days later, but on closer inspection, that particular sliding door, experienced on the night of the missed party at the Maradona stadium, complicated things considerably, changing the perception and flavour of the celebrations.

Far be it from me to bring up, as someone did, pseudo-curses of victories, which would plague the Napoli on the few occasions of happiness, veiling them for one reason or another in grey since the days of Maradona and Alemao, to arrive at the 'plusvalenza' Osimhen, but what happened immediately after the triple whistle of the match played last night in Udine, both in the capital of Friuli and in the various stages of the party, cannot leave one indifferent.

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The Dacia Arena in Udine. Photo by Matteo.favi, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Even before the referee Rosario Abisso declared the end of hostilities, sanctioning the long-awaited officialisation of the third Neapolitan title in history, (now only four points behind the seven of Pro Vercelli), thousands of Neapolitan fans began to invade the pitch, in order to grab a precious souvenir of the evening.

As we learn from the accounts of those present at the Dacia Arena, clods of turf were torn up, goal nets cut, flags uprooted, balls stolen and, more generally, disorder created in every sector, including the press room. What's more, some Napoli supporters thought it best to take part of the celebrations under the Curva Nord, inhabited by the home ultras, triggering a predictable paraphernalia.

It took a large deployment of police forces to restore calm, but this did not prevent several dozen injuries at the end of the evening. Many this morning pointed the finger at the prefect of Udine, Massimo Marchesiello (a Neapolitan and an Azzurri fan), who despite being aware of the danger of the intersection between the two supporters, had not wanted to ban his fellow citizens from travelling, so as not to deprive them a second time of the much-awaited celebrations.

In spite of the violence of some clashes, at least in Udine it seems that major tragedies were avoided, and the most serious outcome remains that of the Capano capital, epicentre and heart of the festivities, where some gunshots killed Vincenzo Costanzo, a young fan aged just 26, resident in Ponticelli, with the dynamics, however, (it could be a settling of accounts favoured by the confusion) still not entirely clear.

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But that was not all, because the drunken Neapolitan night witnessed everything and its opposite, in an atmosphere that reminded some of the famous 'Night of the Purge' in the series 'The Purge', during which all behaviour, even the most criminal and bloody, was decriminalised.

In Casoria, a 43-year-old man lost control of his car and ended up running over four people who were walking along and taking part in the celebrations; one of them, a girl in her twenties, is still in hospital in Frattamaggiore in red code for a cerebral haemorrhage, and is currently still in danger of dying, while a 19-year-old boy lost some phalanges in his hand when a firecracker exploded.

A carabiniere was run over by a scooter fleeing from a checkpoint, while another was hit in the face by a fan after refusing to hand over a gun to the military. The total toll speaks, in addition to one dead and a girl in very serious condition, of more than two hundred injured (about twenty entered the emergency room in red code), and of structural damage in various parts of the city, especially to the Artichoke Fountain and the Royal Palace in Piazza del Plebiscito.

In short, to speak of festivity, once again, seems quite out of place, but in such cases, one usually resorts to the old trick of shifting attention to something else. Shall we bet that it will happen again soon?

Stay safe, see you next time!

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Hi @frafiomatale,
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Sono situazioni che non c'entrano nulla con il mondo dello sport, quando l'imbecillità prende la mano, succedono queste cose, c'è poco da fare...

Hai perfettamente ragione, un po' tutto ciò che ruota attorno al calcio moderno sta iniziando ad allontanarsi dal mondo dello sport, c'è esagerazione in tutto, negli attacchi, nelle polemiche, nelle lamentele e di conseguenza pure nei festeggiamenti

Più di 200 feriti e anche morti, quella non è una festa, è possibilissimo che si ripeta.Se non in quello stesso luogo, in un altro, torniamo ai tempi della barbarie, quando il sangue e la morte erano la base della celebrazione

Hai ragione amico mio, si è perso la misura di tutto ormai. Lo sport che dovrebbe essere una festa è diventata una specie di guerra, e come nelle guerre ci sono feriti e morti.

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