Il ladro di vivande

Nelle domeniche in cui un sole radioso splende in cielo, alle famiglie di questa piccola comunità piace spendere il proprio tempo ad organizzare degli abbondanti pic-nic per passare la giornata all’aria aperta, per spezzare la routine che porterebbe, inesorabile, verso l’alienazione. E questa è una di quelle tante domeniche, gli adulti gozzovigliano all’ombra degli alberi secolari, mentre i loro pargoli giocano sul manto erboso, sempre sorridenti, sempre spensierati. La confusione e il trambusto che si creano sono una condizione perfetta per depredare quelle tavole imbandite. I predoni approfittano della distrazione generale per trafugare tutto ciò che possono; si organizzano in piccoli gruppi e piano piano rubano quanto più riescono e anche se il bottino è poco voluminoso a loro basta. Tutti agiscono sostenuti da almeno un compagno che possa facilitare loro il compito, tutti tranne Bug.

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Bug ha sempre avuto un’indole che è difficile riscontrare nei suoi simili, una pulsione all’indipendenza dall’aiuto altrui, dall’agire collettivamente; ha sempre voluto isolarsi dallo sciame di landruncoli con cui organizzava questi piccoli furti, reputandosi addirittura migliore di loro. E non aveva torto; da quando ha iniziato ad agire per conto suo raccoglie lo stesso bottino che gli altri raccimolano in gruppo, senza il bisogno di spartirlo con nessuno. Conduce uno stile di vita migliore dei suoi simili, ma la modalità con cui ha creato il suo benestare porta molte volte ad essere annebbiati dalla superbia.

Questo ci riporta al presente. Bug è lì che osserva il momento più consono per fare la sua mossa; stavolta il suo intento è davvero smisurato, la sua testa sta macchinando di rubare più di quanto lui sia in grado di trasportare. Zampetta silenziosamente verso i tavoli apparecchiati, e quando le famiglie sono completamente distratte sale furtivamente sul tavolo, raduna tutto ciò che vi trova sopra in un grosso cestino da pic-nic e inizia, con grossa fatica, a trascinarlo. Tutti i suoi compagni criminali lo guardano attoniti ma entusiasmati dal suo gran coraggio finché, ad un certo punto, il loro andare in visibilio si tramuta in terrore: uno degli adulti si è voltato e ha notato Bug. I compagni urlano all’amico di scappare, lo esortano a correre in fretta, più che può. Lui si sforza, ci mette tutto il suo impegno, ma nulla può fare per sfuggire alla mano che sempre più velocemente si avvicina fino a che… Bum!!! Bug rimane schiacciato tra il palmo dell’uomo e il freddo asse del tavolo, freddo non perché il sole non l’avesse riscaldato a dovere, ma perché era l’unica sensazione che Bug riusciva a sentire in quel momento e dopo qualche sospiro lasciò per sempre questo mondo. Bug è nato con un’aspirazione: essere qualcosa in più di una comune formica, ma nulla vince contro la Natura.

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