Evoluzione politico-economica

in #economia7 years ago (edited)

Negli ultimi 12 mesi sono venuto a conoscenza di vari argomenti di economia, principalmente a causa del caso. Per partecipare al contest di @deusjudo farò una premessa che a mio avviso aiuta a capire una parte dell’evoluzione delle mie posizioni.

Un giorno avevo visto su facebook un’anteprima di un video di un professore che parlava di come il capitalismo ci sfrutta. Avevo pensato “oh che palle” ed altre espressioni di noia e frustrazione. Ho ignorato il video.
Ho quasi sempre avuto repulsione verso gli ismi economici a causa di alcune influenze provenienti da ambienti noti come Venus Project (VP) e Zeitgeist Movement. Negli ultimi mesi ho offerto una lettura del primo, anche se onestamente oggi come oggi lo descriverei in maniera diversa, perché col tempo le mie conoscenze sulla letteratura marxista aumentano e mi accorgo di vari errori, imprecisioni, scritte e dette in passato.
Nel VP lo slogan parla chiaro: oltre la politica, la guerra, la povertà. Come avevo scritto, per me questo rappresenta l’inizio e la fine di questi gruppi, perché castrano volontariamente la loro conoscenza su storia, economia, politica.

Il ritorno per caso

Tornando alla narrazione principale, mesi dopo ho incontrato lo stesso video con una descrizione diversa. Il professore, di nome Richard Wolff, spiegava la teoria del lavoro e di come gli impiegati lavorano a gratis per gli impieganti, per una parte della loro settimana. Incuriosito dalla cosa ho approfondito. In altri video ovviamente spiega il perché la teoria ha i suoi limiti, così come quella del valore. Col senno del poi dico che la sua spiegazione manca, cronicamente, di due dettagli: la domanda-offerta ed il feticismo delle merci, sottolineato da Rubin e dimenticato da vari marxisti di ieri ed oggi.
Conoscevo così la scuola economica Marxiana. Da cui ho approfondito quella Keynesiana e quella neoliberale. Prima conoscevo solo elementi di quella neo-liberale, a causa di varie letture di libri di investimento, come ad esempio The Intelligent Investor. Per curiosità mi sono spinto ad altre scuole, come quella di Georgescu, quella mercantile, fisiocratica, etc.
Queste conoscenze mi hanno portato ad approfondire i testi dietro la scuola Marxiana e il versante più politico. Quindi autori come Marx, Engels, Lussemburgo, Lenin, Trotsky.

Si tratta di concetti superati

Diamine, quante volte l’ho pensato. Una variazione di questa espressione l’ho pensata anche leggendo il libro di Lenin Che fare?. Peccato che in questo libro si trovano strategie tutt’ora in uso, anche in gruppi molto distanti da certi concetti.
Altri pensieri ricorrenti prima e durante gli ultimi 12 mesi

  • Si ma Marx rappresenta un uomo di oltre 150 anni fa. Esistono varie differenze fra oggi e ieri
  • Sicuramente oggi esiste qualche economista che sa dare una lettura più completa del presente economico
  • Si ma perché queste idee non si trovano già applicate nella realtà quotidiana? Cosa è andato storto?

Non so se sto stressando abbastanza che ho snobbato a lungo questo argomento così come l’economia. Sicuramente la formazione scolastica ha avuto un ruolo in questo, come ho voluto mostrare in un’altra occasione.

Che farsene di tutto ciò?

Ricordo che inizialmente volevo delle imposte più progressive sul reddito. Si tratta di una visione riformista o keynesiana del discorso fisco.
Un programma socialista non ha l’obiettivo di risultare compatibile con una economia capitalista. Se si vuole questo, si può guardare il riformismo discusso da Rosa Lussemburgo o leggersi qualcosa su Keynes. Ma soprattutto, il socialismo macro non ha l’obiettivo di stabilirsi in un solo paese, altrimenti si rischia di proseguire vie già battute: lo stalinismo e le sue mutazioni come il maoismo, il titismo, etc.
Per capire il programma socialista serve come minimo la conoscenza del modo di pensare che si trova dietro di esso, ossia la dialettica materiale. Spiegarla qui significa allungare questo articolo più di quello che voglio. Voglio precisare che la reazione tipica della lettura di un programma socialista, profonda sfiducia e scetticismo, deriva da una verginità dai concetti presenti nella letteratura marxista.

Qualche punto del programma

Lo voglio ripetere ancora una volta, pur rischiando di annoiare: se si vuole il realismo, si possono trovare altri programmi.

  • Esproprio senza indennizzo di certi gruppi industriali ed aziendali (banche, assicurazioni, etc.), successivamente gestiti dai lavoratori e non da chi ha il portafoglio più grosso o viene nominato da un partito.
  • Rifiuto del pagamento del debito pubblico, salvo per piccoli investitori
  • Riduzione dell’orario di lavoro giornaliero a 6 ore, a parità di paga.
  • Fuori dall’euro, dall’Europa e dalla NATO. A favore di un’Unione Socialista Europea, contrapposta agli Stati Uniti d’Europa.
  • Eleggibilità e revocabilità di tutte le cariche pubbliche. Ad esempio, se il sindaco X non mi piace, posso fare una votazione comunale per revocarlo, anche se il suo mandato scadrà più avanti. Se il lavorate Y dell’anagrafe non piace sia a me che ad altri, possono fare una petizione per revocarlo. SI tratta di una declinazione della democrazia dei lavoratori estesa a tutta l’economia.
  • Utilizzare le aziende nazionalizzate per creare una economia pianificata, contrapposta a quella di mercato, gestita dai lavoratori.
  • Abolizione imposte dirette ed indirette, creazione dei differenziali salariali per categoria. Ad esempio: un rapporto di stipendio massimo di 6 sta a 1 per il lavoratore più qualificato rispetto a quello meno qualificato. Al momento in alcune aziende con una certa capitalizzazione di mercato, si supera il rapporto 1000:1.
  • Indicizzare gli stipendi all’inflazione.

Aneddoto storico: non si tratta di un programma diverso da quello già proposto in passato, a seguito della rivoluzione russa. La Russia rappresenta il secondo paese al mondo ad aver adottato la giornata lavorativa da 8 ore. Gli espropri in passato si sono già verificati, ma senza la passività degli espropriati, che non a caso reagirono con contro-offensive. La Comune di Parigini degli anni 70 dell’800 è terminata nel sangue anche per questo. La guerra civile Russa ha avuto come contro-offensiva anche 21 eserciti stranieri, compresa l’Italia.
Un programma del genere va calato in un contesto con certe condizioni materiali da parte della maggior parte della popolazione, altrimenti costituisce un’altra barriera verso la comprensione. Si tratta di un programma di rottura, non di riforma. Le rotture avvengono nel processo rivoluzionario. Per questo in genere sottolineo la relazione fra economia e politica con un trattino. Per questo ho scelto il titolo di sopra, specificando sia una evoluzione personale sia quella che avviene nella popolazione in periodi particolarmente spiacevoli. L’occhio più attento potrà notare che la frase precedente non appare una novità se letta tramite una legge della dialettica materiale.

Nelle elezioni passate un gruppo politico ha proposto i punti che ho riportato, che fanno parte di un programma più ampio. Ricordo, alla nausea, che si possono capire maggiormente quei punti calandoli in una lettura di tipo marxista.

Conclusioni

Termino con questa frase di Marx che a mio avviso mostra chiaramente un limite della letteratura marxista, forse colmabile col corpo di conoscenza fondato da Georgescu:

Il lavoro è ... non l'unica fonte di ricchezza materiale, cioè dei valori d'uso che produce. Come dice William Petty, il lavoro è il padre della ricchezza materiale, la terra è sua madre.

Precisazione

Ho dato per scontato alcuni termini come capitalismo e socialismo. Invito a guardare il mio blog per la definizione micro e macro.

Risorse

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Post Spettacolare. E' un po quello che cerco quando leggo un articolo su steemit. Qualcosa che mi informi ma mi faccia riflettere, che mi dica qualcosa chiedendomi in cambio altro. Questi temi mi affascinano da sempre e anche io in qualche post recente ho provato ad affrontarli. Cosa ne pensi del rapporto economia-società-consumismo?

Il consumismo si presenta maggiormente nelle società filo-keynesiane, tipo gli USA post WWII, la Norvegia di oggi, etc. Per il PIL rappresenta un tocca-sana, per la stabilità del credito no se questo avviene a credito (guardare USA post anni 70 ed oggi gli ex paesi sovietici), per l'ambiente no in quasi ogni caso.

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