Tecnologia e musica: storia di 20 anni tra analogico e digitale (e gioie e dolori) PARTE I

in #chitarra7 years ago (edited)


(foto da sweetwater)

Voi direte: vabbè te suoni la chitarra elettrica, quindi la attacchi ad un ampli, alzi il volume e vai con il rock!
La pensavo così pure io. Invece la storia è molto più complessa e ve la divido in tre parti.
E iniziò più o meno così.

CAP I: PAPA' MI COMPRI LA CHITARRA ELETTRICA?


(foto da guitaraficionado.com)

Iniziò più o meno così la mia avventura.
Andammo ad un negozio di Roma e tempo un oretta tornai a casa con la chitarra elettrica. Una a caso. Per fortuna una buona che mi porto ancora dietro: fender stratocaster.
Dopo un pò a suonarla dico: qui qualcosa non torna. Ma non dovrebbe fare bordello?
Torno al negozio e mi dicono, con sguardo piuttosto incendiario, "ti serve un amplificatore, mica suona da sola".
Tornai a casa, e mi cadde la chitarra. Danno piccolo, rattoppo con gomma da masticare e smalto da unghie di mia madre per evitare che mio padre mi prendesse a sprangate notando la scheggiatura.
Qualche giorno dopo provai a toccare di nuovo il suo cuore : "Papà mi compri l'amplificatore?".
Dimenticavo che mio padre ha un grande cuore, ma non per la musica. "Te lo compri da te".
16 anni. Zero euro. Anzi lire. Ero fregato.
Mio padre pensava di avermi incastrato, ma io ero più duro di lui. Mi procurai un Jack e lo collegai al SUO impianto stereo. Volume a mazzetta ed ecco finalmente la sensazione che cercavo da Queen live at Wembley Stadium 1987. Poche ore di caciara bastarono per rompere due bottiglie di vino, piazzate sulla libreria, che con le vibrazioni camminarono fino a precipitare per terra.
Risultato: divieto assoluto di infilare il jack nello stereo.

IL PRIMO AMPLI


(foto da equipboard)

La faccio breve. Non so come ma racimolai i soldi per un ampli. Transistor.
"E' transistor ma suona bene" mi disse il tipo. Io lo guardavo e mi chiedevo "ma che è un transistor?".
Poi mi fece "e la pedaliera non ti serve?". E io lo riguardai e mi richiesi "che minchia è una pedaliera?"
Lui mi guardò e capì:"la pedaliera serve per creare distorsioni, riverberi e via dicendo". La mia faccia era sempre più sconvolta.
Alla fine un mio amico che era con me risolse lo stallo: "guarda lui ha 600.000 mila lire e gli servono entrambi".
Dopo una feroce contrattazione usciì dal negozio con un fender champion 30 e una pedaliera Dod digitale.
E quindi mi ritrovavo con una chitarra (analogica), una pedaliera (digitale) e un ampli (transistor)

PROBLEMA: FACCIO IL PURISTA O IL MODERNO?


(foto da accordo.it)

Passò un pò di tempo e iniziai a capire le differenze, che vi elenco in maniera rapida e chiara.

analogico: tutto ciò che genera suono tramite resistenze, fisica, ecc.
digitale: tutto ciò che genera suono tramite algoritmi e processori di segnale.

Detta più chiaro, è come la differenza tra orologio digitale e a lancette.

Avere una pedaliera digitale significava nel 1999 avere mille suoni, mille salvataggi possibili, mille combinazioni, ma tutte da schifo. Ma costava quanto un paio di pedali, che suonavano enormemente meglio.
Per cui la domanda era: "E mò?"

NON SONO RICCO, MA MI CI FICCO

(foto da polarisaudio.it)

"Voglio il massimo!" dissi tra me e me, spinto dal solito amico (ricco) a spendere soldi. Peccato che il massimo era molto più in là.
Ero deciso quindi a prendermi i pedali singoli. Costo medio: 100 euro a pedali.
Feci enormi sacrifici, barattai merende e biglietti dell'autobus per racimolare i soldi necessari. A natale e al compleanno chiamavo gli zii e i parenti più stretti chiedendo pecunia liquida.
Dopo un anno ce la feci. Avevo 8 pedali ed ero felice. Salvo che fischiava tutto, per cui ero in perenne incazzamento. Li odiavo già. Anche perchè tu vedevi tutti che suonavano senza problemi, mentre te in perenne lotta con i pomelli. Poi arrivò un altro genio e mi disse: " ma scusa, hai tutti pedali analogici e neanche un ampli valvolare?".
"Ora cosa diavolo è un amplificatore valvolare?" chiesi a me stesso e poi a google.
E iniziò un nuovo capitolo della saga.

VALVOLE O NON VALVOLE? QUESTO E' IL PROBLEMA


(foto da medias.audiofanzine.com)

Già. Il problema era solo economico. Perchè un ampli a valvole di norma suona meglio di uno non a valvole per motivi che manco sto a spiegare. Detta molto spicciola, un transistor o un digitale cerca di ricreare la saturazione (ovvero distorsione e morbidezza del suono) che genera la valvola, senza una valvola. Nel 2000 era un compromesso che non pagava bene, e si sentiva.
Feci l'ennesimo sacrificio e spesi 1000 euro per un ampli a valvole. Godimento assoluto. 100 watt sotto le chiappe e potevo sbracare il muro di Berlino a volume 2. Peccato fossi in appartamento e manco a mezza tacca del volume uno potevo arrivare.
Ma ce l'avevo fatta, chitarra e pedali analogici, ampli a valvole.
Il top? No.

L'AVVENTO DEI RACK E DEI MIDI


(foto da 1.bp.blogspot.com)

Il problema di avere mille pedali e un ampli era uno solo: per cambiare suono devi premerli, e spesso più di uno in pochi secondi, perchè ad ogni pedale corrispondeva un suono, cumulabile con gli altri. Ero quindi diventato un fenomeno del tip tap. E mi rodeva.
La soluzione venne dalla tecnologia: tramite un linguaggio, chiamato midi, e degli appositi moduli, detti rack, potevi crearti il tuo personale set eliminando amplificatore e pedali e comandando tutto con una pedaliera midi, in cui ogni pulsante richiamava il preset (salvataggio) che ti serviva.
Detta più semplice tramite 3-4 moduli potevi ricreare un ampli (formato da preamplificatore e finale di potenza), la catena di effetti desiderata, e comandare tutto tramite un pulsante. Fantastico vero?
Peccato che i problemi erano presenti anche qui.
Innanzitutto il peso e l'ingombro. La pedaliera di controllo era uguale ad una pedaliera normale. La cassa con il diffusore (perchè il cono serve sempre, altrimenti come esce il suono?) era grande come un amplificatore. E in più c'era un altro mobile da portare. Sbamm, ogni concerto era come traslocare.
E seconda cosa ora avevo troppi parametri su cui impazzire. In particolare l'equalizzatore, mezzo che permetteva di aprire alti, bassi, medie frequenze, ma anche scegliere l'esatta frequenza, la curva di amplificazione, i decibel.
Ero finito.

Concludo qui la prima puntata, perchè già ho dato troppi input da memorizzare. Sono stato volutamente scarno di spiegazioni perchè è un mondo enorme e difficile da capire. Vi allego un video per chi voglia capire qualcosa di più intanto. Occhio che la prossima puntata è tosta, e riguarderà il famoso "FAGIOLO MAGICO" vs Pedali fatti a mano, e lo sviluppo del digitale. La terza la dedicherò invece ai programmi e alla registrazione analogico e digitale.

Sort:  

Mi hai fatto ricordare il mio approccio con chitarra elettrica (una Epiphone a forma di freccia, scomodissima ma figa) un ampli e una pedaliera scarna con appena 4 effetti..era l'anno 1997 o giu di li. Facevamo le prove con il gruppo tutti i mercoledi, alcune serate live, due demotapes. Bei tempi

Bellissimo post! Anche io ho provato il "fagiolo magico" ma solo in studio.
In sala prove mi piace molto il Boss SD-1 di cui sono un orgoglioso possessore!

mitico SD-1, il miglior pedale della Boss!
Leggiti il secondo post! :-D

si! Tralaltro ci sono parecchie modifiche che si possono fare per renderlo ancora più caldo!

Si con 20 euro diventa enorme come pedale. Come boost o come cruchettino è fantastico!

It's only rock'n roll! Bel post! Complimenti! (;

Grazie! Ma è appena iniziato il delirio!

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