Automazione industriale ed informatica in tre paradigmi produttivi differentisteemCreated with Sketch.

in #automazione7 years ago

Nella prima rivoluzione industriale, Ned Ludd fece a pezzi due telai meccanici in segno di protesta, in quanto egli sosteneva che minacciavano i posti di lavoro. Dopo la seconda rivoluzione industriale, vari governi risposero alla minaccia disoccupazione tecnologica alzando l’obbligatorietà del livello di istruzione. La minaccia può trasformarsi in oppurtunità se si esce dalla relazione produttiva più diffusa oggi nelle aziende.



Fonte

Oggi la relazione produttiva più diffusa risulta quella impiegante-impiegato. Ho già sottolineato in almeno 3 diversi articoli come questo tipo di relazione rappresenta l’esatto opposto di democrazia come la si intende a livello politico. Qui una singola persona o un gruppo molto ristretto di persone prende decisioni sul cosa produrre, dove produrre il cosa, quando produrre, etc. Voglio focalizzarmi soprattutto nel caso in cui si hanno un gruppo di persone, che in questo contesto aziendale prende il nome di Consiglio di Amministrazione (CDA, board of directors in inglese). Ricordo che le azioni rappresentano una porzione di possesso di una azienda. Quando se ne hanno abbastanza, si ottiene sufficiente peso per influire sulle decisioni aziendali. In questo caso si entra nel CDA, dove si trovano altri azionisti. In genere ne esiste uno che ha una fetta maggiore di tutti gli altri. I membri del CDA non vanno confusi con i dirigenti di un’azienda, dato che i primi decidono i secondi. I secondi decino altri ingranaggi della macchina industriale.
Ri-sottolineo che nel CDA si trovano azionisti con una certa rilevanza e che le loro decisioni in genere riflettono la volontà di creare valore sia per se stessi che per azionisti più piccoli.
In questo contesto le forme d’automazione rappresentano una forma per aumentare la produzione e una per diminuire i costi. Un robot industriale produce più di un essere umano per motivi detti e stradetti. Il CDA massimizza la creazione di valore per gli azionisti spingendo sull’adozione dell’automazione E licenziando la forza lavoro umana. Si può affermare che quel valore va a finire ad una parte già ricca di una società industriale.

Il contesto della democrazia sul posto di lavoro

Qui non esiste un CDA che sceglie, ma un’assemblea dove vale la regola un lavoratore = 1 voto, indipendentemente dal portafoglio. Slogan già adottato in ambito politico secoli fa. Nell’assemblea si possono votare direttamente le questioni sul cosa produrre, come produrre il cosa, etc. oppure votare la delega di qualcuno che si occuperà della cosa.
In questo caso i lavoratori possono decidere se investire in automazione per diminuirsi l’orario settimanale di lavoro o distribuirsi fra di loro i maggior ricavi o altro.

Il contesto della democrazia della produzione

In questo caso tutta la popolazione può votare in maniera diretta o tramite delega cosa produrre, dove produrre il cosa, etc. Automazione qui può significare varie cose, soprattutto se uno stato-nazione si occupa di almeno un tipo di produzione (es. pasta). In ogni caso si avrebbe una diminuzione dei costi d’esercizio, che generano risparmi investibili ad esempio in nuovi automi o robot industriali dedicati ad altri tipi di produzione.

Esistono i neo-ludditi?

Non penso. Io più che altro vedo persone preoccupate per il proprio lavoro, dato che rappresenta il loro unico modo di accedere a risorse come cibo, acqua, elettricità, etc., che avviene tramite lo scambio di denaro, proveniente in genere da un lavoro. Temo che questi confondono la causa con l’effetto: i CDA rappresentano la loro fonte di rischio, non l’automazione.

Osservazioni

Il discorso risparmi e aumento della produzione avviene per lo più in ambito industriale. In settori non manufatturieri, da quanto ne so, non si è ancora capito se, ad esempio, ridurre l’orario di lavoro corrisponde ad una diminuzione di produttività. Nell’ultimo anno in Svezia hanno condotto uno studio della cosa, confermando solo un aumento della felicità individuale.

Conclusioni

La relazione lavorativa più diffusa oggi non è sempre esistita e probabilmente non durerà più di qualche altro secolo. L’automazione, se perpetuata tramite quel tipo di relazione, rischia di generare sempre più condizioni sociali esplosive, non sicure nemmeno per quei pochi che ci guadagnano con essa.

Sort:  

Sul diminuire le ore di lavoro, sicuramente aumenta la felicità dei singoli, ma penso che anche la produttività oraria possa crescere. Avendo lavorato spesso come operaio sia su lavori stanziali che altri più dinamici, ma sopratutto sui primi credo avrei potuto dare una maggiore produttività con meno ore lavorative, anche il fatto che nei turni quello più prolifero è la mattina me lo fa pensare.

Argomento affascinante. E quanti temi!
L'evoluzione tecnologia è un cambiamento enorme che ha ricadute sociali altrettanto enormi. E' difficile stabilire se la rivoluzione industriale sia stata più "catastrofica" del periodo che viviamo oggi.
L'altro giorno leggevo sugli investimenti che si fanno sugli autoveicoli a guida autonoma. L'obiettivo non è la nostra bella macchinina ma i centinaia di migliaia di TIR che portano merci in tutto il mondo. Tra qualche anno ci ritroveremo con centinaia di persone con scarsa educazione che sapevano solo guidare un TIR per strada disoccupati.

Già in altri post hai elencato quali problemi possono nascere se dai delle decisioni strategiche nazionali in mano alle persone comuni. Allo stesso modo quello che mette le suole in un grande calzaturificio cosa vuoi che sappia di un una strategia aziendale?

Quindi che in azienda ci sia ai vertici poca democrazia è corretto perché serve una reazione ai cambiamenti veloce e solo se decidono in pochi ci sarà una reazione in tempi brevissimi. E' giusto? Forse no. Ma è meglio essere veloci e sbattere ogni tanto piuttosto che essere lenti sperando di fare la cosa giusto. C'è una sorta di darwinismo economico che lo dimostra.

Non so se nel futuro ci saranno fenomeni di neo luddismo. E' chiaro però che servirà un cambiamento enorme per contenere l'effetto collaterale dell'innovazione tecnologica.

Indubbiamente meno decisori risultano più rapidi di più decisori. Potrei dire lo stesso delle monarchie e dei totalitarismi però

Perché spingi il confronto al limite. Non parlo di decisore aziendale come il padrone del 1850 ma di un sistema moderno dove che le scelte aziendali sono concentrate in poche mani ma non la vita o la morte dei sottoposti. E' semplicemente una questione di efficienza e sono ambiti assolutamente diversi.

Quel confronto l’ho visto fare più volte, con diverse analogie

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