SERENDIPITY - La mia Africa (6): Boulevard Triomphal…
Libreville, 31 agosto 2015
Eccomi qua, a due anni di distanza, nuovamente a Libreville. Nuova missione per le Nazioni Unite. Non l’avrei mai detto.
La spiaggia di Libreville (foto dal web)
Sono qui da domenica scorsa…
Viaggio notturno, sosta di qualche ora ad Addis Abeba e arrivo nel primo pomeriggio.
Addis Abeba dall’aereo (foto dal web)
Giusto il tempo di farmi una doccia e di cambiarmi e, un’ora dopo, la prima riunione. Poi di nuovo in camera, stanco morto e …disorientato: con tutti i cambi di fuso orario non ci capisco più niente. Ma che ore sono? Sono avanti o indietro rispetto all’Italia?
Dalla finestra del mio ufficio e il ristorante dell’albergo
L’albergo è modesto: piccolo, pulito, carino. E’ sulla via principale, le Boulevard Triomphal, dove sono il parlamento, il senato, quattro o cinque ministeri, la banca nazionale, il centro commerciale più grande della città…
Boulevard Triomphal, verso il mare: la zona dei ministeri… (foto dal web)
Ma il contrasto, lungo il percorso, è inimmaginabile. Per lunghi tratti ai lati della strada solo spianate di terra, qualche ciuffo d’erba, qualche pianta polverosa, che cresce a stento.
Di qua e di là, partono strade sterrate che corrono verso il basso, negli avvallamenti di cui è pieno il terreno. E tra le sterrate, negli avvallamenti, case, case, case. Case basse, case di edilizia spontanea, case in costruzione, case che …non saranno mai finite… E lì, negli avvallamenti, tra le case, dove scorrono anche placidi corsi d’acqua, piante rigogliose, palme, banani, buganvillee,…
Stasera ci faccio un giro.
Boulevard Triomphal, verso l’interno, vicino al mio albergo… (foto dal web)
Ceno presto, perché alle nove voglio essere a letto (ora so l’ora: in Italia è un’ora più tardi): calamari al curry con riso basmati.
”Et à boire, monsieur?”
”Tequila. Duble.”
”??!!”
”Oui!”
”Avec de la glace?”
”Non, pas de glace, merci.”
Un doppio bicchiere di tequila… ma come mi è venuto in mente? Ma …quando mai… Boh…!!
Comunque …ci stava bene. Proprio bene!
(foto dal web)
Esco e vado a farmi una passeggiata. E’ già buio. Qui fa buio presto.
Mio figlio Filippo mi ha chiesto via WhatsApp come mi proteggo dalle zanzare. Ho preso il vaccino, porto le maniche lunghe, spruzzo lo spray sul viso e sulle mani …e fumo.
”Papà, fumi??! Che c’entra il fumo? Perché fumi?”
”Ma il fumo le tiene lontane!!…”
Non vedo zanzare. Il cielo è nuvoloso e non è così caldo. E nemmeno tanto umido. Peggio com’è stato a Roma a fine luglio!
Mi sono messo la giacca, così magari addosso si stira un po’, ché dalla valigia è uscita tutta stropicciata. Faccio la mia bella figura di europeo fuori contesto. E vabbè!
Qualche casa in muratura, alcune di legno, tetti rigorosamente in lamiera ondulata. Le luci al neon la fanno da padrone.
Ogni casa ha un portico, e sotto ogni portico c’è un gruppo di persone seduto a chiacchierare. Tavoli metallici con la cerata sopra e, sulla cerata, bottiglie di birra. Alcuni sono luoghi di ritrovo. Qualcosa tipo …i nostri bar sulla spiaggia. Ci sono più tavoli, c’è più gente e c’è più birra. E c’è la musica. Musica africana, musica reggae,… i suoni si confondono uno nell’altro.
(foto dal web)
Ragazzi che si sfottono tra loro, famiglie che si rilassano. Tutti sbracati sulle sedie, con la bottiglia in mano.
La coppietta: lui che le parla, con il corpo tutto proteso in avanti, sul tavolino, e lei che non lo guarda e fissa nel vuoto. Lui disperato e lei dura. Scena già vista!
Scene già viste. Anche da noi è così. Chissà perché mi fa così strano rivederle qui. Forse perché i luoghi, invece, sono così diversi.
Anche i gruppetti di bambini, in piedi vicino ai tavoli dei genitori, che ogni tanto scappano e si rincorrono, giocando …con nulla, è una scena già vista. Sarà banale, ma mi ricorda le mie vacanze al mare negli anni Sessanta. La luce bassa e gli angoli di penombra, che aiutavano il nostro gioco a nascondino, qui, oggi, come allora…
(foto dal web)
Sono l’unico bianco in questo meandro di vicoli. Con la mia bella giacchetta bianca. Loro, con le loro camicie a fiori.
Anche nel pomeriggio ero l’unico bianco, quando i colleghi, finita la riunione mi hanno chiesto a bruciapelo “Beh, che si dice in Europa dell’ondata di immigrazione degli africani?”.
Sanno bene cosa si dice… cercavano un pretesto per iniziare una discussione e per poter dire la loro. E io li ho lasciati parlare. Hanno raccontato loro. Hanno detto la loro: l’immigrazione degli africani in Europa, vista dagli africani.
Perché il fenomeno interessa gli africani e non gli asiatici? Perché gli asiatici hanno avviato uno sviluppo economico e gli africani sono al palo? Quali sono gli interessi economici degli occidentali (così ci chiamano, europei e americani, indistintamente) in Africa? Come li tutelano? Attraverso quali ingerenze politiche? Chi sostiene le dittature? Chi contrasta le democrazie? Chi nasconde gli scandali?
... Macropolitica…
E, infine, gli emigranti africani come si procurano i 5.000 dollari che servono per espatriare? Chi glieli dà? Cosa c’è dietro?…
Un paio d’ore di chiacchiere da un altro punto di vista.
Ho ascoltato.
Molto interessante…
Hai magnificamente descritto una situazione di povertà con un'immagine diversa. Io sono 8 mesi che non fumo e le zanzare non mi toccano più (sarà un caso?)... Spesso i 5000$ sono 3 volte tanto... Ed il debito molte volte si ripaga inchinandosi allo sfruttamento della carne ed altro....Ma queste cose le sai già...
...uno sfruttamento che ha mille volti e parte da lontano...
Tequila in gabon? Però...facci sapere come la vedono l'emigrazione dei loro compatrioti. Anche se dal gabon...😊
Taquila in Gabon!
Chi glieli da quei 5000? Chi glieli da quei 5000? Chi glieli da quei 5000? Mi hai rovinato, stanotte sognerò Chi glieli da quei 5000? Una domanda alla quale non so rispondere...
I miei colleghi africani sembrano proprio convinti che non sia per caso che il fenomeno interessi l'Africa e non l'Asia. Che sotto ci siano forti interessi economici e che noi "occidentali" non subiamo il fenomeno ma, sotto sotto, lo fomentiamo e lo dirigiamo...
Un discorso lungo e articolato, forse un po' fantasioso (?), ma non privo di una sua logica...
Interessante, tutto. Il tuo stile di scrittura trasporta e, già questo, è apprezzabilissimo. Interessante l'ascolto di punti di vista diversi sul fenomeno immigrazione, talvolta ci soffermiamo fin troppo a voler vedere esclusivamente il nostro. Sul fumo, invece, non son d'accordo! No, non son contraria al fumo, semplicemente io (fumando) vengo costantemente punta da zanzare sempre e comunque :D
...era una scusa... ma non lo dire a mio figlio!
...e grazie per gli apprezzamenti!! 😉