Devo ringraziare Marco, perchè ieri parlando di se ha stimolato me a ricordare.
Non ho molte foto dell'epoca in cui avevo appena preso la patente.
Ma ho parecchi ricordi.
Il primo è legato al giorno stesso in cui mi diedero quella fantomatica tesserina rosa.
Appena conquistata presi una delle due auto di cui a breve vi parlerò e corsi dalla mia migliore amica per fare un giro.
Il tragitto casa mia/ casa sua era di circa 2 km. E nonostante la brevità dello stesso riuscii a tirare sotto una ragazza col motorino.
Fortunatamente non si fece nulla, ed era amica della mia amica, per cui me la cavai così.
Iniziò in questa maniera la mia avventura alla guida di un auto.
E quell'auto era una Renault 5 del 1985.

LA RENAULT

(foto da honestjohn.co.uk)

Dio quanto la odiavo.
Beveva così tanto da indurre mio padre a controllare se il serbatoio perdesse. Si accendeva una volta si e una no.
Mi lasciava sempre, dico sempre, per strada nei momenti più cruciali.
Ancora ricordo quando dovevo fare l'esame di economia politica alla Sapienza di Roma e mi lasciò a piedi nel sottopasso della stazione tiburtina, sotto un'acquazzone.
Aspettai trenta minuti nella speranza che ripartisse, mentre avevo obbligato gli autobus a deviare percorso.
Quando poi si iniziò ad allagare decisi di uscire, dal finestrino, inerpicarmi per il tetto, per poi arrivare più o meno asciutto al marciapiede e correre all'università, a piedi, sotto la pioggia.
Presi 21 all'esame.
Tornai indietro nella speranza l'auto fosse stata bruciata o checazzonesò portata via dall'acqua.
E invece era lì. Entrai e si accese.
Dopo un allagamento la grandissima stronza si accese.
Si era proprio una francese.

PAPA' MI PRENDO LA TUA STASERA

Memore di tali fregature, quell'auto veniva presa solo per tratte brevi e sopratutto per motivi futili e non vitali.
Negli altri casi scroccavo l'auto a papà.
Purtroppo non ho foto di quell'auto, dato che mio padre non ha molto interesse nei motori, a differenza mia.
E ho dovuto fare sforzi enormi per ricordarmi il modello preciso, ma alla fine ci sono riuscito a ricordare.
Era una Golf II GL.
GL lo ricordo ancora chiaramente, perchè papà mi diceva che significava "Gran Lusso". Si come no. Però era il 1985, e a tre anni ci credi e pure tanto.

(foto da spplthumb.blob.net)

Colore nero. Diesel 1600. Un trattore.

(foto da car-from-uk.com)

Gli interni erano così, ma scuri. Però non ricordo bene. Ricordo che mio padre per non farsela fregare aveva ideato un sistema di contatti in cui doveva toccare una vite sotto il volante e contemporaneamente la chiave. Quante scommesse ci ho vinto con gli amici per farla accendere! Solo io potevo riuscirci ovviamente.

Dicevo, era un trattore. Non si fermava mai, era indistruttibile, ed è stata l'auto dove ho avuto i primi contatti con il sesso opposto. Era una di famiglia.

Ricordo ancora quando una sera un mio compagno mi sfidò ad una gara su monti tiburtini, vialone romano.
Lui con una UNO 1200, io con una GOLF 1600. Lo seminai dopo pochi metri e allungai fino alla fine del viale, che di colpo si trasformava in una discesona di 500 metri in cui dovevi per forza rallentare perchè poi c'era un semaforo.
Lo aspettavo lì al semaforo, con un amico ed una amica in auto che erano girati per scrutare la collinetta da cui doveva uscir fuori quella Fiat.
Passarono una decina di secondi quando il Cina, il mio amico appunto, sbucò a tutta velocità dal punto più alto della discesa.
"Che coglione, vuole arrivare sparato" dicevamo tra di noi.
Poi quando mancavano 300 metri replicammo "è proprio scemo... Vuole fare lo sborone."
A 200 iniziammo a preoccuparci.
A 100 urlammo "cinaaaa frenaaaaa", "frenaaaaaaa" Frenaaaaaaa BOOOOM.
Il botto.
Il cina non aveva frenato.
E mi aveva preso pieno pieno ad una velocità di 60 km orari circa.
La golf era andata avanti di 10 metri, e avevo pure frenato.
Mi girai, scesi dall'auto e vidi che il frontale della Uno era DISTRUTTO.
Totalmente distrutto.
"E mo come cazzo glielo dico a mio padre che il Cina è un coglione!!!" dicevo tra me e me pensando ai danni.
Circumnavigai la Golf lentamente.
Ma arrivato al posteriore nulla. Era tutto intatto.
Era solo cascato il paraurti.
Manco un graffio.
Riposizionai il paraurti, legammo la Uno, riportai il Cina a casa trascinando l'auto, e mio padre non si accorse di nulla.
Pochi anni dopo papà vendette l'auto. A Roma era diventata fuori legge.
E io piansi, perchè con lei se ne andavano tanti ricordi belli.

Vendette anche la Renault 5. Per vendicarmi di tutte le fregature che mi aveva dato, decisi di tamponarci l'auto del Cina per un mese di fila. Poi non contento decisi di andare in un parcheggio a Grottarossa a fare testacoda con due amici. Non avendo servosterzo, uno guidava e l'altro tirava il freno, mentre il terzo si godeva il tutto.
Iniziai io alla guida, poi cambiammo con un mio omonimo, ancora tra i miei migliori amici nonostante la sua voglia di esagerare.
Prese così la rincorsa, strerzò, io tirai il freno a mano, ma eravamo troppo veloci così inchiodò.
Erano le due di notte, e la macchina si fermò a 2 metri da un oggetto.
I fari puntarono prima terra, a causa della frenata, poi si rialzarono di colpo e illuminarono l'oggetto. Una lapide per la precisione. Di un rumeno o qualcosa di simile.
Alessio, l'amico che era dietro, urlò per la paura, Matteo si mise a ridere come un pazzo e andò a tutta velocità a marcia indietro, mentre io ero rimasto attonito.
La stronza mi volle salutare così.

LE ALTRE

Mio padre comprò due auto per sostituire queste. Una peugeot 206 e una Volkswagen lupo. Ma stavolta vinse la francese.
La lupo si smontava. Perdeva i pezzi del paraurti. Si spegneva in curva. Ho rischiato di morire non so quante volte.
La peugeot era un gioiellino. E mi dispiacque togliermela, ma il mio cuore era già di un altra.

NEED FOR KNIGHT RIDER SPEED

Ho sempre amato K.I.T.T. e il telefilm "supercar".
E appena ebbi due soldi decisi di acquistare una Pontiac transamerica del 1982, la stessa del telefilm. Tra l'altro nata nel mio stesso anno.
Ma costava 10.000 euro. Troppo.
Allora decisi di realizzare un altro sogno. Comprarmi un Fiat Coupè, auto che fin da piccolo adoravo e che aveva un amico di mio padre che mi passava i preservativi.
La trovai a Velletri, ed era ipermodificata.
Eccovela qui, la mia Kitt.

Le modifiche estiche più rilevanti erano il colore grigio canna di fucile, i cerchi da 17 anzichè 15, l'eliminazione del logo frontale fiat, e il mini spoiler posteriore.
Quelle interne erano ancora maggiori.

Era stata rifatta tutta la plancia in carbonio o carbonato, non ho mai capito.
Installato il kit race per i pedali e cambio, nonchè un lettore dvd video con schermo hd.
Era fichissima.

A livello motoristico era stata modificata la centralina, il turbo, alzato il livello di compressione dello stesso, inserito un filtro a cono. Ogni volta che acceleravo sembrava di stare vicino alla turbina di un aereo.

Non presi mai una multa con questa auto. Forse era troppo veloce per polizia ed autovelox.
0-100 li faceva in 6 secondi.
Velocità massima mai verificata, mi sono fermato a 218 km orari sul raccordo.
Ho lasciato dietro Porche e Maserati sulla A24.
Ci ho portato su 2 fidanzate, e nessun altra ragazza, anche perchè io sono al di là di tutto molto serio (messaggio per Marco) e ho sempre detto loro "non giudicatemi per quest'auto" perchè sapevo era cafona.

Ci ho fatto le gare a vallelunga. Ci ho corso sulla cassia.

Poi uno cresce. E si rende conto che il tempo dei giochi è finito. O deve finire. E che sei un pericolo per te e per gli altri.
La vendetti ad un calabrese appassionato. Non so ora dove è ma spero stia bene perchè mi manca.

Oggi giro con una Mini One Abbey road. Presa usata. Pochi mesi fa. Mi piace, si guida bene, è una bella auto.
Prima di lei ho avuto una Ds3 citroen, ma era fredda, asettica. Come una donna bellissima, ma poco simpatica.

Ecco a me le auto piacciono un pò scorbutiche, ma con tanto cuore. Proprio come le donne.
E poi diciamocela tutta, 'ste francesi non so niente de che.