Mi illumino di meno.

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Avrei voluto correre, un ' altra volta mi dissi..
Avrei voluto scappare da tutto, tranne che da Cloud.

Lui solo lui contava, lui.

Il mio sole, la mia luce, il mio faro nel buio.

Io.

Solo una nave alla deriva.

Ero stordita, a questo giro il viaggio che mi avevano assicurato non si stava rivelando la solita fregatura.

Era roba buona, lo era davvero.

Il viaggio era stratosferico, tutto il mondo correva, si illuminava, si accendeva di vita, era tutto bellissimo.

Perchè non poteva essere tutto un viaggio?

Le luci mi correvano addosso e io lo sapevo che quella era solo l' energia del mio amore per Cloud che mi scorreva addosso, io ero corrente, corrente pura.
Scossa, ero scossa come la scossa che si prende toccando una presa elettrica.
Elettrica come me, con i miei capelli cotonati biondi, elettrici come un pokemon.
Elettrica e elettrizzata perchè presto avrei visto Cloud e gli avrei detto della roba buonissima che mi ero calata.
Avrei invitato pure lui a calarsela con me, avremmo ballato, ci saremmo baciati, le luci ci avrebbero carezzato i corpi madidi di sudore e noi le avremmo bevute.
Avremmo aperto le nostre bocche come uccellini fuori dal nido, in attesa del raggio di luce e amore che ci avrebbe investito, trapassandoci.
Bucandoci il cuore e non solo le vene.

La luce saettava sulle mie mani, lampi, lampi addosso a tutti.
Non siamo persone che danzano, siamo un temporale prima di esplodere, siamo nuvole che si avvicinano prima di fare pioggia, siamo buio e tempesta.

Siamo soli.

Siamo soli sotto la pioggia.

Sono sola.

Le lacrime mi corrono lungo le guance.

Un raggio di luce stroboscopica, chiara come quella di un ospedale mi attraversa la testa.

puliscimi, intervieni chirurgicamente in me, in questo cervello bacato.
Cloud non esiste, Cloud è morto, ucciso da un viaggio poco buono.

La luce mi abbaglia.

Forse dovrei smetterla con i viaggi.

Si devo proprio smetterla con i viaggi.