QUATTRO GIORNI DI ARRAMPICATA SULLE DOLOMITI (1) - Una questione di stile…

in #travel7 years ago (edited)

A - COPERTINA copia.jpg

La prossima settimana parto per un nuovo giro sulle Dolomiti. Sempre in quota, da rifugio a rifugio.

Con l’occasione pubblico nuovamente i quattro racconti dell’estate scorsa, già pubblicati in ottobre su Steemit, in inglese.
Questa volta in italiano, per la comunità che parla la nostra lingua.

Come buon auspicio. Per avvisare in qualche modo chi mi ha seguito (269 persone hanno letto l’ultima delle quattro storie!) che presto ne arriveranno delle nuove. E presentarmi a chi fosse eventualmente interessato a seguirmi.

15 agosto 2016

Ferragosto. Roma è deserta. Ma che ci sto a fare qui?
Ok, deciso: domani, all’alba, parto per le Dolomiti.

16 agosto 2016

Attraverso il centro storico. Le luci dei lampioni sono ancora accese. Niente macchine. I primi autobus. Qualche passante solitario. …dove andranno a quest’ora?!…

Pian piano, tra i palazzi, i primi raggi si sole.

B - ROMA DI NOTTE 1 E 2 copia.jpg

Sei ore di viaggio. Autostrada, traffico… Ma ora sono finalmente qui. E pazzesco! Stamattina ero in città e ora sono a 1600 metri, pronto a partire per questa solitaria avventura!

C - VALDURNA 1 E 2 copia.jpg

La Val Sarentina è un posto magico.

Non è più come quaranta anni fa (ci venni la prima volta, da bambino, nel 1970!): è arrivata l’elettricità e, con l’elettricità, l’acqua calda e il riscaldamento. Sono state costruite le strade per raggiungere anche i casolari, che qui si chiamano “masi”, più isolati… Ma la valle ha mantenuto inalterata la sua bellezza originale e il legame stretto con le proprie tradizioni e i propri costumi.

Parto da qui, subito, questo pomeriggio stesso, per fare un giro tra le cime circostanti. Camminando da rifugio a rifugio…

D - BANDA E MASO copia.jpg

E - CAMERA E DONNE copia.jpg

Prendo la cabinovia e, in un lampo, sono a 2000 metri.
Mi risparmio un bel tratto di salita. Un “purista” non lo avrebbe fatto, ma ho quasi 700 Km di autostrada alle spalle, il tempo è coperto ed è già pomeriggio inoltrato…

F - FUNIVIA E IN CAMMINO copia.jpg

Cammino per più di un’ora. Poi, improvvisamente, le nuvole si dissolvono, torna il sereno e davanti a me si apre uno scenario mozzafiato!

G - PANORAMA copia.jpg

Partendo da sinistra vedo la cima del Puez, poi, più a destra, sullo sfondo, il frastagliato (e fotografatissimo) Gruppo delle Odle e, davanti, le Conturines. Poi ancora il Gruppo del Sella e il Sassolungo e il Sassopiatto. Tra di essi, dietro, uno spicchio del ghiacciaio della Marmolada. Davanti, l’Alpe di Siusi che confina, sull’estrema destra, con i Denti di Terra Rossa, che appena si intravvedono. E dietro ai quali c’è il Catinaccio (che invece non si vede, ma “sento” che c’è. Lo so. Lo sento). E poi il Latemar…
In fondo in fondo, invece, sempre sulla destra, piccoli piccoli, per quanto, invece, sono grandi e impressionanti nella realtà, si individuano uno sull’altro, in ragione della prospettiva, il Pelmo, il Civetta e, persino, le Pale di San Martino…

Ancora (solo) un paio d’ore e sono arrivato. E sono al rifugio.
Oggi è il primo giorno e non voglio strafare.

Continuo a camminare di buona lena, continuo a salire e, presto, sono al valico. E, finalmente, vedo il rifugio accanto alla chiesetta col caratteristico tetto rosso, che è il santuario più alto d’Europa.

H - RIFUGIO DA LONTANO copia.jpg

Arrivato.
E, dopo un po’, arriva la sera…

Fuori fa freddo e la porta della stanza in cui stiamo cenando (alle sei e mezza di sera!) è tenuta chiusa per evitare gli spifferi. Ma la signora che ci serve cibo e bevande fa avanti e indietro.
Quando entra spinge la porta con il vassoio, passa e la molla richiama la porta che, sbattendo, si richiude.

Mentre sta spicciando i tavoli mi viene da pensare a come farà a tirare la porta, con il vassoio in mano, quando dovrà uscire…

Ci sono altri uomini della mia età. Uno di questi, a tavola con altri due, è seduto vicino alla porta. Vede arrivare la signora che, mani occupate, si avvicina per uscire. Per farle un favore, restando seduto, abbassa la maniglia e da uno spintone alla porta, che si spalanca, sbatte e fa per rinchiudersi. La signora accelera il passo, approfitta del varco temporaneo, passa e, sguardo assente, meccanicamente ringrazia: ”Danke”.

Sbam. La porta si richiude alle sue spalle. Siamo di nuovo chiusi dentro.

Ho mangiato bene. Sono arrivato sudato, bagnato (ho preso mezzora di grandine) e infreddolito. Ma mi sono fatto la doccia, mi sono cambiato e ho cenato di gusto.
E’ una bella serata. Esco a respirare l’aria fresca di montagna. A guardare la luna.

I - DI NOTTE AL RIFUGIO copia.jpg

Poi rientro per ...uno strudel con panna. E mi siedo al posto del tipo di prima, che non c'è più.

Stessa scena: la signora entra in sala spingendo la porta col vassoio, serve ai tavoli, spiccia e fa per riuscire.

Me ne accorgo.
Mi alzo, le apro la porta e, tenendola aperta, le sorrido e dico:

”Prego”.

Lei rallenta, mi guarda, mi sorride e mi risponde:

”Danke. Danke shon. ...mille grazie.”

Una questione di stile: Italian style.

Nel bicchiere della foto non c'è acqua, ma grappa. Grappa fatta in casa.

L - GRAPPAcopia.jpg

Tutte le foto sono state scattate da me, con eccezione della foto di copertina, che mi ha scattato @pataxis e la prima foto di Roma, che è stata scattata da @martaorabasta

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beato te.
per le dolomiti, intendo.
qua siamo a 42° all'ombra.

Per ora condivido la stessa agonia, qui a Roma...
Ma la prossima settimana faccio un salto di almeno 30 gradi!
Aahh...!!

Solidarietà per l'insopportabile caldo romano ! Ci sono anche io XD

Se schiatta de callo!!...

Torniamoci presto, peppiacere.

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