Le scarpe bianche (by @kork75)
Le scarpe bianche
Simona si alzò di buon’ora, e inviò un messaggio vocale alla cugina:
“Giorgi, devo andare in centro a sbrigare delle ‘pratiche’, se ti fa piacere… Passo io, a ritirare le scarpe del matrimonio”.
Una decina di minuti, e arrivò la risposta da parte della futura sposina:
“Certo che mi fa piacere! Dovevo andare nel pomeriggio… Grazie a te, anticipo i tempi per la prova del vestito. Sei un tesoro, SMACK!”.
Simona sbrigò tutte le proprie commissioni, e ritirò le preziose calzature. Salì sul bus alla fermata prima del mercato rionale, in modo da evitare la calca delle massaie di rientro dalla spesa. Infatti, come la ragazza aveva previsto, appena l’autobus giunse alla pensilina di Piazza del Mercato venne letteralmente preso d’assalto. Una fiumana di persone in un attimo riempì il mezzo, Simona si ritrovò pressata da una signora in abbondante sovrappeso, con al seguito un enorme trolley per la spesa. La ragazza sbuffando, ripensò alla sera prima.
Cosa successe la sera prima? La sera prima Simona, assistette a un’animata discussione tra la cugina e le sue zie. Il diverbio divampò, accendendo gli animi, quando Giorgia la futura sposa, si impuntò sulla scelta delle scarpe da cerimonia da abbinare all’abito. Tutte le parenti concordavano su un costosissimo paio di scarpe bianche con il tacco; l’unica in disaccordo era l’interessata, appoggiata solo da Simona. Giorgia detestò da subito quelle scarpe, odiando in particolar modo tutte quelle con il tacco; ma fu tutto inutile, alla fine si arrese e scelse quelle scomode calzature: sponsorizzate dalle vocianti comari.
L’autobus numero undici, affollato all’Inverosimile arrancò con fatica in salita. In quella mattina di luglio, la calura estiva fu insopportabile e l’aria condizionata un optional in tutti i sensi. Dai piccoli finestrini laterali: non entrò un solo filo d’aria per tutto il tragitto. Le uniche rinfrescate arrivarono solamente ogni qual volta che il conducente aprì le porte del mezzo, per consentire la discesa e la salita dei passeggeri. La ragazza riuscì con estrema fatica a prenotare la fermata di via Salita della Passione; poi spintonò e si affannò per riuscire a raggiungere la porta d’uscita. Fu una vera impresa, gli ci vollero almeno un paio di minuti e le borse dello shopping e i sacchetti della spesa non la aiutarono di certo nei suoi movimenti, procurandogli contrarietà e incomprensione con gli altri passeggeri, infastiditi dal volume dei suoi shopper. Finalmente però: sudata ed esausta, riuscì a mettere piede a terra.
Proprio quando Simona felice credette di avercela fatta, ad aver portato a termine la sua missione, s’accorse che la borsa con le scarpe non c’era più. La ragazza disperata si mise a strillare a gran voce:
“Le mie scarpe! Il sacchetto con le me scarpe! Autista apri questa maledetta porta!”.
Il bus che stava per ripartire, riaprì la porta centrale. Una donna, urlando e imprecando nei confronti di Simona, gli lanciò letteralmente addosso la scatola con il suo ‘prezioso’ contenuto.
La ragazza non fece in tempo a protestare, che quelle non erano le sue scarpe che l’autobus ripartì. Simona disperata afferrò tutte le sue borse, si mise la scatola delle scarpe sottobraccio e con le lacrime agli occhi e arrabbiatissima si avviò verso casa. Nella sua testa un vortice di pensieri l’assalirono…Il solo pensare che avrebbe dovuto comunicare alla cugina l’accaduto; la fece star male. Quando arrivò a casa, chiamò Giorgia; ma al primo squillo riagganciò subito. Asciugate le lacrime, pensò di guardare almeno cosa c’era dentro la scatola. Con enorme sorpresa estrasse due bellissime sneakers da donna, un modello di marca, di quelle viste e desiderate più volte da lei e dalla cugina in una vetrina di un noto negozio alla moda del centro. Lo stesso paio di scarpe era pubblicizzato da una famosissima influencer, che le cugine seguivano da anni sui social. Lì scattò l’intuizione; perché non queste scarpe al posto di quelle odiate, andate smarrite? Le riguardò bene, le girò e rigirò più volte e si accorse che il numero era lo stesso di Giorgia… Così titubante, mandò una foto delle calzature alla cugina. Nel successivo messaggio vocale, raccontò una piccola bugia, nella speranza di risolvere la tragica situazione:
“Avevi ragione te! Quelle scarpe sono orrende; ho pensato che queste si che sono veramente fashion. Fammi sapere, se cambi idea vado subito al negozio a ritirarle. Un abbraccio Simo”.
Trenta secondi dopo, squillo il telefono era Giorgia entusiasta dell’idea:
“Grande cugina! Voglio quelle scarpe assolutamente, non mi importa delle zie. Sotto il mio abito faranno un figurone e poi vuoi mettere la comodità…Sei un genio!”.
FINE... W GLI SPOSI
Con questo racconto partecipo a:
l tema e l'ambientazione sono quelli proposti da @piumadoro, vincitore del contest n° 30 S5-P6-I1:
Tema
Intuizioni (che illuminano)
Ambientazione
Un posto affollato
Saluti @kork75
...che non sia stata una dimenticanza casuale e fortuita, ma un lapsus che scioglie ogni nodo?
😂 Saluti Kork75 😉👍