Il furto della gioconda

in Italylast month

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Uno dei più clamorosi furti di opere d'arte della storia avvenne proprio oggi, 21 agosto, nel 1911.
Con un'estrema freddezza, l'italiano Vincenzo Pietro Peruggia attese l'orario di chiusura del museo del Louvre nascosto in una stanzetta del museo, dopo di che prese la Gioconda di Leonardo da Vinci, se la mise sotto il cappotto e se la portò con tutta tranquillità nel suo alloggio. Conosceva bene il museo, perchè tempo prima aveva lavorato al Louvre.

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Aveva infatti intenzione di vendere il ritratto alla Galleria degli Uffizi di Firenze e dichiarò che l'Italia avrebbe saputo valorizzare al meglio quell'opera di Leonardo Da Vinci.
Un gesto criminale dalle tinte patriottiche, quindi, e ancora oggi sono in molti tra gli italiani a pensare che sia giusto richiedere la restituzione del celebre ritratto da parte dei francesi, dal momento che è piuttosto diffusa l'idea che sia stato portato via da Napoleone Bonaparte, così come accadde per molte altre opere d'arte. E fu proprio questa convinzione che spinse Peruggia a compiere il furto.
In realtà, Leonardo Da Vinci portò egli stesso la Gioconda in Francia nel 1516 per cederla a Francesco I. Negli anni successivi, restò in possesso della casa reale francese e poi nel 1797, dopo la rivoluzione, venne portata al Louvre. Napoleone Bonaparte ebbe effettivamente a che fare con la Gioconda, ma semplicemente perchè la tenne per quattro anni nella sua camera da letto. Fortunatamente i francesi seppero tutelare la preziosa opera d'arte, che venne ricondotta al suo posto presso il museo.

Ed era lì che si trovava quel 21 agosto 1911, quando il Louvre subì quello che fu il suo primo furto.
Ci volle un giorno per rendersi conto che la Gioconda era stata rubata, perchè il copista Louis Béroud era stato autorizzato a realizzare una perfetta riproduzione dell'opera e all'inizio si pensò che la Gioconda fosse stata temporaneamente presa per essere fotografata ai fini della copiatura.

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Leonardo da Vinci, CC BY 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by/3.0, via Wikimedia Commons

Non appena si seppe che il copista non aveva preso con sé il quadro, fu subito chiamata la polizia e scattarono le indagini e gli interrogatori. Fu ascoltato persino Pablo Picasso e si sospettò anche dell'Impero tedesco, ai tempi nemico della Francia.

Nel frattempo il dipinto era nelle mani di Peruggia, il quale, subito dopo il furto, una volta arrivato presso la pensione dove alloggiava, prendendo prima il tram e poi il taxi, custodì gelosamente la Gioconda nel suo appartamento parigino per più di un anno; decise poi di partire alla volta dell'Italia. Nel 1913, due anni dopo il furto, Peruggia si trovava con la Gioconda a Firenze. Contattò un antiquario fiorentino, Alfredo Geri, al quale chiese 500.000 lire in cambio del quadro; incuriosito, l'antiquario propose al direttore degli Uffizi Giovanni Poggi di accompagnarlo all'Hotel Tripoli di via de' Cerretani per effettuare una perizia sull'opera e verificare che non si trattasse di una delle tante copie che era possibile trovare in circolazione. Con loro immenso stupore i due uomini si resero conto di avere tra le mani la vera Gioconda. Peruggia, che nel frattempo era andato tranquillamente a fare una passeggiata per la città, convinto di aver compiuto un gesto eroico per l'Italia, venne subito arrestato. Il processo portò alla luce i problemi mentali di Peruggia e si decise di condannarlo a una pena di un anno e quindici giorni di carcere, condanna che si ridusse a sette mesi e quindici giorni. Infatti la difesa fece leva sulle ragioni patriottiche del gesto, che venne considerato dagli italiani e dai francesi con una certa clemenza.
Il fatto divenne l'occasione per far compiere alla Gioconda un tour per i più importanti musei l'Italia: venne esposta per un certo periodo agli Uffizi, alla Galleria Borghese di Roma e, infine, alla Pinacoteca di Brera a Milano. Poi un vagone speciale delle ferrovie italiane ricondusse il dipinto a Parigi, il quale venne accolto dal governo e dal presidente della Repubblica Raymond Poincaré con una cerimonia ufficiale.
Il clamore mediatico rese popolare in tutto il mondo il volto della Gioconda, che da allora divenne un'icona, il simbolo per eccellenza dell'arte.

Senza quel furto che cosa sarebbe la Gioconda oggi? Nonostante si tratti di un dipinto senza dubbio enigmatico e singolare per quanto riguarda l'espressività della donna ritratta, probabilmente sarebbe rimasta nell'ambito dei tanti capolavori italiani altrettanto affascinanti e iconici ma, comunque, rappresentativi del periodo e del contesto storico di appartenenza. La Gioconda, invece, è diventata così pop che la sua immagine trascende la sua epoca perchè è stata e viene tutt'oggi utilizzata, modificandola o animandola con tecniche manuali e digitali, per esprimere stati d'animo e pensieri individuali e collettivi attuali. Nessuno di noi vede in tutto ciò una violazione o un insulto all'arte, all'immagine di una donna (la cui identità è oggetto di discussione) o al genio di Leonardo: lei è la portavoce dei nostri sentimenti condivisi e le siamo tutti affezionati, tanto che il motivo principale che spinge molti visitatori a recarsi al Louvre è proprio la curiosità di sentire che effetto fa trovarsi al cospetto della vera Gioconda, dopo averla vista in tutte le versioni immaginabili e riprodotta ovunque.
Le sue dimensioni sono modeste, è protetta da un vetro molto spesso e la folla davanti è tale che è difficile contemplare nei dettagli quel dipinto e se moltissimi restano delusi è per come è esposto e per come viene preso d'assalto dai visitatori, e non per il quadro in sé, perchè tutti ci approcciamo con profondo affetto a questo meraviglioso simbolo dell'espressione artistica.

Fonti:

https://it.wikipedia.org

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Storia interessante, non la conoscevo, immagino che Peruggia avesse precedentemente contattato il museo di Firenze, per sicurezza.

Dalla storia si può imparare molto, sarebbe stato un atto patriottico se l'avesse lasciato al Museo di Firenze senza alcuna ricompensa in denaro.

Inoltre da quel momento l'opera divenne rinomata.

Eccellente!

Grazie per il tuo commento

 last month 

E' vero molti italiani sono convinti che Napoleone ci abbia rubato La Gioconda ma tra le tante cose che effettivamente ha rubato quella non c'è ahahaha!
Leonardo Da Vinci visse gli ultimi anni della sua vita proprio in Francia e fu lui a venderla a Francesco I.
Bello questo post storico con un pizzico di spy story molto avvincente. Complimenti!

grazie cara

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