Aristotele vs William Golding: la risposta siamo noi di SteemPostItalia

in #ita7 years ago (edited)

Comunità. Che bella parola.
Evoca subito un'immagine di unione e di fratellanza che fa sentire al sicuro chi ne fa parte.

E in effetti è così...la famiglia, per esempio, è la prima piccola comunità di cui entriamo a far parte e dov'è che ci sentiamo più protetti e al sicuro se non a casa nostra, insieme ai nostri cari?

Sin da piccoli, però, veniamo educati a stare dentro la comunità in un certo modo. E' necessario che ci siano delle regole da rispettare, determinate prassi da seguire per il bene del singolo e della collettività. Non è possibile che ognuno possa fare come gli pare, a maggior ragione se dovesse arrecare un danno agli altri membri del gruppo. Quindi, un insieme di persone, che si costituisce per ottenere un beneficio comune, ha la necessità di auto-regolamentarsi.

In tutti i tipi di società e di comunità, si stabiliscono delle gerarchie. A casa, di solito, il gruppo è diretto da mamma e papà, a scuola ci sono i maestri o i professori, al lavoro c'è il direttore ecc.ecc.

Chi è a capo di una comunità ha una grandissima responsabilità: ha il dovere di fare delle scelte, di prendere delle decisioni che siano nell'interesse di tutto il gruppo. Questo, perchè alla base di un ruolo di leadership o di comando, vi è un tipo di comportamento da assumere: quello guidato dalla famosa diligenza del buon padre di famiglia, una dicitura coniata dall'antico diritto romano e ancora oggi richiamata da molti articoli di legge, per indicare un comportamento retto, integerrimo e responsabile.

Tutto ciò si sposa a perfezione con gli aspetti genetici della natura umana?

L'uomo è davvero un animale sociale, come scrisse Aristotele, o deve fare uno sforzo per inserirsi in questo complesso sistema di equilibri?

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Fonte - Wikimedia Commons

Vi dico come la penso io.

E' innegabile che nell'istinto umano più recondito, quello di sopravvivenza, esista l'impulso ad associarsi per migliorare la propria condizione. Il fidanzamento, il matrimonio, ma anche una semplice amicizia o un incontro di lavoro, sono gesti che compiamo in nome di questa intima esigenza.

Di sicuro, è meno innato l'istinto di ognuno di noi a sottomettersi a qualcun altro. Eppure, quest'aspetto è di fondamentale importanza per la condivisione di un interesse o di un bisogno, ma anche per il raggiungimento di un obiettivo. Non tanto quello di sottomissione, sia chiaro, quanto quello di ordine e di equità sociale.

La civiltà nasce proprio da questo: una società costituita si impone il rispetto di determinate regole ed esiste un membro che si occupa di assicurarsi che queste norme vengano seguite. Altrimenti saremmo nella completa anarchia o, peggio, non ci saremmo mai evoluti e saremmo fermi all'età della pietra.

Ma nel cervello umano, campeggia anche un altro istinto, più selvaggio ed atavico, ed è quello della prevaricazione, del desiderio recondito ed irresistibile di mettere l'interesse personale al primo posto, seppure dovesse procurare un danno alla comunità.

Quanti di noi, impulsivamente, si approfitterebbero dei beni materiali degli altri, se non esistesse una serie di norme e un concetto di civiltà e di rispetto verso l'altro? Purtroppo, credo, tutti.

A questo proposito, voglio citare un capolavoro che rappresenta e indaga a pieno tutti i dubbi e i risvolti della questione. Lo faccio con un obiettivo, che vi spiegherò alla fine e che ci riguarda da vicino. Seguitemi.

Uno dei libri più misteriosi, cruenti ed affascinanti che abbia mai letto e che tratti questo tema, è stato scritto dal Premio Nobel per la letteratura William Golding e si intitola Il Signore delle Mosche.

E' la storia di un gruppo di ragazzini in età pre-adolescenziale che, a causa di un disastro aereo al quale sono sopravvissuti, si ritrovano su un'isola deserta e devono organizzare una società senza l'ausilio e la partecipazione di nessun adulto.

All'inizio riescono ad organizzarsi per sopravvivere. Scelgono un leader e una squadra che si occupi della caccia, accendono un fuoco e a turno lo governano e lo tengono vivo giorno e notte, affinché possa essere notato da eventuali soccorritori.

Basta poco, però, e le cose cambiano. Invidie, gelosie e sospetti spaccano il gruppo. Uno dei membri della comunità mira a diventare il capo ed inizia a sabotare le attività stabilite. Si insinua nelle menti dei ragazzini la paura che sull'isola sia presente un mostro, idea che toglie lucidità e genera panico, fino a portare conseguenze tragiche.

L'esito è crudele e drammatico e testimonia il fallimento di una società, seppur basata sulla libertà naturale e sul puro istinto di ragazzini e bambini dall'animo innocente ed incorrotto.

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Foto dell'autore

Golding ha una sua idea di base: quella che il mostro del male sia insito nell'animo umano e che non sia frutto di una corruzione di tipo sociale.

E' una tesi affascinante e macabra, ma non sappiamo se abbia ragione o no.
Possiamo solo prendere atto del fatto che, storicamente, molte ideologie giuste nei fondamentali teorici, non abbiano poi trovato attuazione nella realtà delle comunità e che alcune siano rimaste addirittura utopie.

Ma vorrei provare a fare un gioco insieme a voi. E anche una riflessione.

Immaginiamo di essere noi di @steempostitalia quei ragazzini superstiti protagonisti del romanzo di Golding..
Siamo in un mondo nuovo, quello di Steemit, che non è ancora corrotto da fattori esterni e governato dalle leggi di altri network. Un mondo dove possiamo creare qualcosa di rivoluzionario e di mai visto.

Delle regole sono necessarie, infatti noi ce le abbiamo. E soprattutto, per sopravvivere e costruire ciò di cui abbiamo bisogno, è indispensabile che siamo una comunità.

E' fondamentale che i bisogni del gruppo siano prioritari rispetto a quelli del singolo; così com'è importante che i leader che il gruppo ha scelto siano seguiti e mai delegittimati. Che ognuno abbia le sue mansioni e che le svolga al meglio.

Io credo che, a conti fatti, qui noi ci troviamo in mano una grande opportunità: quella di smentire William Golding.
E penso anche che ce la possiamo fare.

Perché è vero che ogni tanto lasciamo che la Bestia entri nella nostra testa, pecchiamo di egoismo, di pigrizia o di presunzione. Ma è anche vero che tutti quanti abbiamo a cuore la comunità e la stiamo facendo crescere nel migliore dei modi, forte, rigogliosa e sana.

Sono fiero del nostro gruppo e voglio ringraziare tutti quanti voi che ne fate parte, dai veterani alle new entry: continuiamo così, alla grande!
E anzi, miglioriamoci sempre di più! Ma facciamolo sempre come una squadra, come una comunità.

Io sono decisamente del team Aristotele, altrimenti non sarei qui. E voi?

Abbasso Golding e la sua Bestia malefica! ;)

GM

Sort:  

Interessante. Feci leggere Il signore delle mosche anni fa ai miei alunni che riemergevano malconci da un’occupazione devastante. Fu molto istruttivo, perché loro prima dell’esperienza erano invasi dal sacro fuoco della comunità, ma alla fine lo erano molto meno.
Io sono piuttosto tiepida sulla questione, perché ho un’età che non mi consente di avere più troppe illusioni. Diciamo che, più che l’homo homini lupus caro a Hobbes, preferisco Terenzio col suo Homo sum: humani nihil a me alienum puto. Nel bene e nel male.

@pataxis Bellissima idea quella di far leggere il libro ai tuoi alunni dopo l'occupazione, credo che tu abbia dato loro un insegnamento di senso civico che difficilmente dimenticheranno. Per quanto riguarda le aspettative verso il genere umano, neanch'io mi faccio tante illusioni. Il mio era più un post di riflessione per ricordarci di stare uniti e di continuare a dare il meglio per il bene della comunità di @steempostitalia. Grazie per aver letto e per l'eruditissimo commento! :)

Ottimo articolo. E' interessante l'analogia col "signore delle mosche" e in effetti ci sta tutta.
Ti rispondo con un altro libro, per esprimere l'incertezza delle situazione: "io speriamo che me la cavo"..
In effetti speriamo di riuscire a trattenere i nostri istinti e a riuscire a convivere nel nostro nascente gruppo :-)

Grazie per i complimenti @miti! Ci vorrà molto impegno, ma sono sicuro che ce la faremo! 😉

Certamente si!

Bel post. Quest'anno Golding ci terrà sott'occhio ...ne sono certo. 🧐

Assolutamente sì, non ci facciamo beccare! Grazie per aver letto 😉

A me Aristotele fa repulsione e lo reputo uno dei primi soggetti inquinanti della conoscenza umana su più livelli, pur se lo apprezzo per altri motivi: quella del linguaggio (con la logica aristotelica applicata fuori dalla logica matematica), quella della concezione dell'uomo (presente qui), quella della concezione della società.
Altra cosa che mi spaventa del comportamento umano, sotto certe condizioni, sta nell'accettare una concezione di un particolare elemento della società (tipo uomo, società stessa, etc.) senza paragonarla con altre correnti. Ad esempio in Marx ed Engels certi comportamenti provengono dalla struttura della società, non dalla natura umana.
In un post un autore offre un'ottica più ampia: https://steemit.com/ita/@cryptolawyerita/perche-si-delinque

Commento davvero molto interessante, ti ringrazio @gabriele-gio. Per riallacciarmi a quello che scrivi, Golding, infatti, nel suo libro vuole proprio dimostrare che, chi teorizza che sia la società a corrompere l’uomo, ha torto. O almeno che lui la pensa diversamente. È chiaro che ci sarebbero dovute essere tante altre voci da citare sull’argomento, ma in realtà nel post, io non volevo parlare della natura umana. Il mio obiettivo era quello di parlare di noi, partendo da un tema più vasto e scendendo ad imbuto su quello che era il concetto da sottolineare. Poi è chiaro che non è che abbia i poster di Aristotele in camera e Golding lo adoro, Il Signore delle Mosche è un’opera meravigliosa. Mi piaceva la visione aristotelica dell’uomo applicata alla nostra esperienza.

Gli umanisti non dimostrano nulla, al massimo descrivono dei fenomeni del loro tempo. Ad esempio Dickens in Oliver Twist mostra le condizioni dis-umane che emergono dal modo di produzione capitalistico. Oscar Wilde (più o meno contemporaneo di Dickens) nel suo decadentismo mostra la decadenza della cultura borghese vittoriana, ossia la classe dominante inglese dei tempi. Entrambi descrivono e narrano fenomeni sovra-strutturali, che condizionano e risultano anche condizionati dall'elemento strutturale del modo di produzione.

Sì, però Golding era un maestro di scuole elementari che divideva i ragazzini in due gruppi, li faceva discutere di un argomento sia con che senza un moderatore e notava che quando la discussione era libera, degenerava in rissa. Quindi era uno che faceva degli esperimenti sociali per affermare in qualche modo la sua idea. Poi veniva da una famiglia di matrice socialista, dalla quale lui si era distaccato, quindi la sua teoria era in netta contrapposizione con l’ambiente in cui era cresciuto.

Un'analisi interessante e una bella lettura, grazie G! Che ci porta a una delle domande più vecchie del mondo: il male e' insito a noi umani o é esterno e ci può infiltrare? Hai ragione, quello di SteemPostIt può essere un bell'esperimento sociale. We shall see ;)

Ciao @camomilla, sei sempre molto carina! Io non so se sia innato o no, ma credo, purtroppo, che sia più facile che vengano fuori gli aspetti negativi, che quelli positivi dell’uomo. Quindi dobbiamo impegnarci e non poco. Grazie per aver letto 😉

spunti molto interessanti. Il Signore delle mosche mi ha sempre angosciato, ma è un gran libro, nella sua impietosa distopica descrizione del male sociale.

D’accordissimo con te @martaorabasta, angosciante è dir poco...mi affascinava applicare a noi il concetto di comunità indigena che deve autogestirsi per raggiungere un obiettivo comune. Grazie mille per aver letto, sono contento che il post ti sia piaciuto.

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A mio parere l'essere umano è un soggetto egoista, che cerca di fare ciò per cui ogni essere vivente esiste: Sopravvivere. I modi in cui l'essere umano sopravvive sono disparati e non nego il fatto che esistano persone che decidono di mettere da parte il proprio benessere personale per qualcun altro, come per esempio un genitore con il figlio, ma io credo che spesso le azioni che ognuno di noi compie siano relazionate al fatto che vogliamo ottenere qualcosa, che siano soldi, benessere o felicità. Le stesse relazioni amorose sono "egoiste", per il fatto che noi proviamo piacere a stare in compagnia di qualcuno ed è per questo che per l'appunto decidiamo di fidanzarci, sposarci e avere figli. Poi esistono le relazioni che vanno addirittura al di là di questo. Persone che stanno con altre solo per un resoconto personale (soldi, oggetti, una bella casa). Le stesse comunità esistono per permettere alle persone di "sopravvivere meglio". Se facciamo un salto nel passato vedremo che i primi uomini cominciarono a creare delle società proprio per migliorare le loro condizioni di esistenza e sopravvivenza, ma tutto ciò lo si può vedere oggigiorno negli animali selvatici, come per esempio i lupi. A livello filosofico il tema della "società" è veramente affascinante e mi piacerebbe discuterne ancora.

Nel caso vogliate aggiungermi a @steempostitalia sarei veramente felice di poter continuare a discutere di questo argomento.

Punto di vista molto interessante, @voiderion. Grazie per averlo condiviso. Qui di seguito trovi il link per entrare a far parte della nostra comunità https://steemit.com/@steempostitalia

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