Un altro "ciak" del film infinito [#steemexclusive - #multilanguage]

in Italy2 years ago (edited)

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Photo by Skitterphoto, free to use (Pixabay)


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A volte, per non scendere troppo nel tecnico e strizzare così l'occhio anche a chi, tra coloro i quali hanno la bontà di leggermi, non fa del calcio il suo pane quotidiano, cerco di introdurre l'argomento con una piccola variazione sul tema, che sia un riferimento storico, una citazione cinematografica o letteraria o il racconto di qualche aneddoto personale.

E' un po' il trucchetto usato dalle panetterie della zona più popolare della mia città, che oltre ai prodotti da forno hanno iniziato negli anni a proporre alla clientela un numero crescente di articoli alimentari diversi; le persone del quartiere, specialmente quelle che, per un motivo o per un altro, non amano spostarsi troppo, tendono così a prendere l'abitudine di recarsi nello stesso posto qualsiasi cosa serva, che si può trovare o meno, ma che intanto almeno il pane lo farà comprare.

E così, permettetemi oggi di non essere da meno, e di allungare il brodo amaro dell'ennesima disfatta stagionale con qualche racconto, che poco ha a che vedere con il mondo del pallone. Qualche anno fa ho partecipato ad un corso "professionale" della durata di una settimana, in quel di Milano; tra noi partecipanti si creò subito un clima cameratesco, capace di farmi tornare quasi indietro nel tempo, alle risate spensierate degli anni del Liceo.

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Photo by Sammy-Sander, free to use (Pixabay)

Tra tutti i miei compagni di disavventura (in quella sede succedevano cose piuttosto strane, con tanto di "insegnanti" che nel bel mezzo della lezione si addormentavano o se ne andavano, per andare ad assistere ai provini delle modelle, in qualche altra sala), legai in modo particolare con Cristian, un ragazzo di Firenze: ci vedevamo la sera, alla fine delle "lezioni", per girare il centro di Milano, cenare insieme, andare a bere qualcosa e spalleggiarci a vicenda, nel tentativo di convincere due ragazze (ero ancora single) che lavoravano nel pub da noi frequentato, ad uscire con noi le sere successive.

Il corso non servì a molto, a livello puramente didattico, ma ricordo ancora quella settimana come una delle più divertenti in assoluto. Almeno fin quando, la sera prima della partenza per il ritorno a casa, la fidanzata del mio amico non decise di fargli una sorpresa, e di venirlo a trovare. I nostri discorsi per forza di cose dovettero assumere un tono più da educande e convertirsi all'argomento preferito da molti maschietti, quando si trovano in compagnia delle loro dolci metà: il calcio.

E così, tra uno sfottò reciproco (io juventino, lui tifoso della Fiorentina) e un altro, mi raccontò del suo passato da ex arbitro nelle categorie inferiori e di come rapportarsi con i dirigenti di alcune società o con i calciatori più navigati, con un passato importante alle spalle, si rivelasse particolarmente difficile. Questi conoscevano infatti tutti i trucchi del mestiere e sapevano in che modo esercitare le giuste pressioni sugli arbitri, al fine di condizionarne, anche inconsciamente, il giudizio.

Già, perché come il mio caro amico fiorentino mi ricordava sempre, ai rompico...ni, prima o poi, si finisce per dare ragione. Rimanemmo in contatto per un po' di tempo, ripromettendoci spesso di passare del tempo insieme, ma le circostanze e gli impegni della vita di tutti i giorni non permisero che questo si avverasse. Per di più, con l'improvvisa rottura del mio vecchio telefono, persi, insieme a molti altri, anche il suo numero, e con i social ancora non così diffusi nelle nostre vite, rintracciarlo divenne impossibile.

Eppure, quella frase sibillina ogni tanto ronza nella mia testa. A volte mi chiedo: che senso ha parlare, dopo quasi venticinque anni, ancora del contatto Iuliano-Ronaldo, o di una mancata ammonizione di Pjanic e qualche episodio da rigore dubbio qua e là (naturalmente con memoria oltremodo selettiva e unidirezionale) avvenuti in partite ininfluenti ai fini della classifica? Perché alla vigilia di ogni Juve-Inter, spuntano fuori dalle colonne dei giornali i pareri dei vari Amadeus, Aldo Baglio e del "talebano" Paolo Bonolis, che ci ricordano come i "poveri" nerazzurri siano da tempo bersagliati dalle decisioni arbitrali avverse, nelle sfide con gli eterni rivali bianconeri?

La risposta è oltremodo scontata. Alimentare la leggenda degli eterni tartassati dagli arbitri (tattica usata anche da altri personaggi piuttosto ridicoli, a latitudini diverse) ha un duplice obiettivo: mettere pressione su chi dovrà dirigere la prossima partita, che magari nel dubbio sarà portato ad evitare scelte che lo trasformeranno in un criminale agli occhi dell'opinione pubblica per il resto della sua vita, e permettere che eventuali favori ricevuti passino piuttosto in sordina, poiché visti come una sorta di compensazione alle angherie subite in passato.

Nelle ultime due partite disputate tra Juventus ed Inter, quella di campionato giocata a Torino, e la finale di Coppa Italia di ieri, si sono verificati diversi episodi dubbi, che gli arbitri hanno risolto nel 100% dei casi in favore dei campioni d'Italia. Ora potrei attaccarvi un pippone infinito su cosa sarebbe successo a parti invertite o dilungarmi in epiteti poco piacevoli nei confronti dell'attitudine degli avversari, ma così facendo assumerei anche io quei comportamenti che, dall'altra parte della barricata, ho sempre ritenuto ridicoli.

Da sportivo, riconosco che entrambe le vittorie degli uomini di Inzaghi, soprattutto quella di ieri sera, possono definirsi meritate, alla luce di tutto quanto è successo in campo, delle scelte dei due tecnici e della differenza di valore delle rose. Il calcio è fatto di cicli, che iniziano e finiscono, e bisogna saper accettare con serenità ed equilibrio sia i momenti positivi che quelli negativi. Prima o poi il vento cambierà di nuovo e dall'altra parte ricominceranno ad agitarsi come matti, prendendo come alibi la prima rimessa laterale invertita. Questi sono i ruoli di un film su una rivalità infinita, ciascuno si tenga stretto il suo.


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 2 years ago 

Vuoi sapere la verità? Sono proprio queste variazioni che ci piacciono tanto a noi che mangiamo poco "pane e calcio"! ahahahah

😂 E poi devo dirti la verità, quando non ti senti molto ispirato nella scrittura, aiutano parecchio a comporre un pezzo decente...

 2 years ago 

Poco ispirato è difficile da credere! Partendo dagli antichi greci fino a cenerentola, il modo di parlare di calcio lo trovi sempre! Ahahahaha per nostra fortuna direi!

Grazie Roby, sei sempre molto gentile ☺️

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