Serie A, analisi della 8^ giornata [Multilanguage]steemCreated with Sketch.

in Italy10 months ago (edited)

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L'allenatore del Napoli, Rudi Garcia. mustapha_ennaimi, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons

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LE IMMAGINI CHE SPARISCONO

Alzi la mano chi, soltanto quattro giornate fa, dopo il pesante 5-1 subito dai cugini dell'Inter nella stracittadina milanese, avrebbe pronosticato il Milan in testa alla classifica alla seconda pausa per gli impegni delle nazionali. E invece, come ormai accade da quattro anni a questa parte, i rossoneri sono riusciti a far tesoro della lezione, a rialzarsi prontamente e rimettersi brillantemente in pista, archiviando in fretta l'episodio negativo.

Il Milan probabilmente, così come accaduto anche nelle precedenti stagioni trascorse sotto la guida di Stefano Pioli, non ha la rosa più forte del campionato, ma dispone di una continuità eccezionale, sconosciuta alle altre grandi. Dopo la vittoria ottenuta sul campo del Genoa, sono ventuno i punti raccolti dalla capolista nelle prime otto giornate, frutto di sette vittorie e della già citata sconfitta rimediata nel derby, a dimostrazione della teoria di quanto siano fondamentalmente più decisive, nella corsa verso il tricolore, le gare con le squadre di media e bassa classifica, rispetto agli scontri diretti.

Nella gara di Marassi, i rossoneri hanno ottenuto tre punti in maniera epica, con il centravanti francese, Olivier Giroud, chiamato al ruolo di portiere improvvisato dopo l'espulsione di Maignan, a risultare decisivo con una parata salva-risultato nei minuti di recupero. Vittoria che prende i connotati di una iniezione turbo di autostima e morale, tuttavia contestata aspramente dai dirigenti del Genoa per l'evidente controllo col braccio commesso da Pulisic in occasione del goal partita, clamorosamente non corretto dall'arbitro nonostante le immagini VAR siano sembrate a tutti piuttosto evidenti (QUI gli highlights della partita).

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Christian Pulisic, Erik Drost, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons

La rabbia del presidente genoano Zangrillo e dei tifosi rossoblù tuttavia, ha ricevuto adeguato spazio per mostrarsi solo poche ore, quelle successive al match, e nemmeno su molte trasmissioni televisive. Dopo averne tessuto le meritate lodi, occorre osservare, per amor di verità, come gli "aiuti" concessi al Milan in questa stagione, si stiano clamorosamente sommando, di settimana in settimana.

E dopo una partecipazione alla Champions League ottenuta con il quinto posto dello scorso campionato, la cosa dovrebbe quanto meno cominciare ad imbarazzare un po' ed ottenere la stessa visibilità regalata a silenzi stampa decretati da qualche furbetto per passare da martire. Ma una polemica anti-Milan non fa vendere i giornali come una anti-Juventus e, di conseguenza, tutto va bene, madama la marchesa.

Dietro alla capolista, perde leggermente terreno l'altra milanese, l'Inter, fermata un po' a sorpresa sul 2-2 casalingo da un ottimo Bologna. Dopo una partenza razzo, grazie ai goal di Acerbi e alo spettacolare siluro da fuori area di Lautaro Martinez, i nerazzurri hanno concesso subito dopo, in maniera piuttosto ingenua, un calcio di rigore, trasformato dalla plusvalenza Orsolini e capace di rimettere in partita gli avversari.

Messa molto bene in campo, la squadra di Thiago Motta ha creduto nell'impresa, complice anche la verve non eccezionale dei padroni di casa, e ha raggiunto il definitivo e meritato pareggio ad inizio ripresa, riuscendo a controllare il resto della gara senza troppi patemi d'animo, se non quelli patiti su calcio da fermo. Un piccolo passo indietro della squadra di Inzaghi, a mio avviso persino più marcato della sconfitta interna col Sassuolo, nel quale la squadra aveva comunque reagito bene al micidiale uno-due degli avversari, andando incontro anche ad un po' di sfortuna.

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Thiago Motta, ai tempi in cui era un giocatore del Paris Saint Germain. Ben Sutherland from Crystal Palace, London, UK, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons

Un piccolo passo in avanti invece, almeno a livello di classifica, lo ha compiuto la Juventus, vittoriosa 2-0 nel derby di Torino, giocato davanti ai quarantamila, finalmente di nuovo "infuocati" come ai vecchi tempi, spettatori dell'Allianz Stadium. Terzo posto conservato, a meno due dall'Inter, ma una prestazione tutt'altro che da ricordare per gli uomini di Allegri, scesi in campo con un assurdo 3-5-1-1 (con Miretti, non Zidane o Del Piero, in appoggio all'unica punta, Kean) ma che se non altro ha confermato una buona solidità difensiva della squadra.

Leggermente migliore la prestazione dei bianconeri nella ripresa, quando hanno potuto beneficiare dell'ingresso di una seconda punta di ruolo, ma i goal, realizzati da Gatti (a proposito, chissà sei i tifosi del Torino, ironici dopo l'autogoal dell'ex-Frosinone contro il Sassuolo, si definiranno ancora "contenti" della sua scelta nel derby di mercato di due anni fa) e Milik sono arrivati soltanto sugli sviluppi di due calci d'angolo. Poca, pochissima roba.

I granata hanno perso l'ennesimo derby (la Juventus è la squadra, tra tutte quelle della Serie A, contro la quale hanno dovuto subire il maggior numero di sconfitte nella loro storia), sebbene forse la differenza tecnica tra le due formazioni sia stata la meno evidente degli ultimi venti anni. Non un bel segnale per chi, da sempre, fa di queste due partite, le più importanti della stagione.

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L'attaccante del Napoli, Victor Osimhen. pino_alpino, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Come sospettavo alla vigilia, è arrivata una nuova, pesantissima battuta d'arresto anche per i campioni d'Italia del Napoli, che messi di fronte ad un'altra squadra dal calcio propositivo, come la Fiorentina, si sono sciolti (1-3) come neve al sole, parallelamente a quanto già accaduto nella gara con la Lazio e in parte nelle trasferte di Genova e Bologna.

Garcia, tolto all'improvviso da De Laurentiis dalla naftalina dei campionati minori nei quali era confinato, è riuscito in pochi mesi a distruggere tutte le certezze di un gruppo apparso invincibile soltanto fino a maggio. Confusione tattica, giocatori fuori ruolo e nervosismo generale stanno caratterizzando questo inizio di stagione partenopeo, e sotto il Vesuvio inizia già a circolare il nome di Antonio Conte. Staremo a vedere.

Avevo pronosticato ad inizio campionato la Fiorentina come possibile sorpresa della stagione, ma al di là della vittoria di Napoli e dell'attuale terzo posto, a pari merito con la Juventus, dopo le prime otto giornate ritengo il gruppo viola ancora troppo altalenante per poter lottare per qualcosa di importante. Italiano porterà i suoi senza problemi in Europa League, ma le romane, entrambe vincenti, ed in particolar modo la Lazio, ad oggi mi sembrano avere qualcosa in più.

Ora sotto con le nazionali, ma al ritorno in campo la Serie A proporrà un menu niente male già dagli anticipi del sabato, Verona-Napoli, Torino-Inter e Sassuolo-Lazio, per culminare nella domenica di Roma-Monza e soprattutto del big match, Milan-Juventus. E noi, come sempre, saremo qui, per parlarne insieme.

Statemi bene, alla prossima!

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Quando si parla della rabbia del presidente Zangrillo, penso che quando siamo arrabbiati parliamo troppo, ci sfoghiamo, è vero, ma sarebbe meglio chiudere la bocca, fare gesti rabbiosi, buttare una scarpa, una maglietta, un pezzo d'erba, qualunque cosa, in genere Sfogandoci lasciamo vedere più che la nostra rabbia, le nostre debolezze vengono a galla, cosa non particolarmente conveniente per quest'uomo rilevante.
Ehi, quando mi arrabbio con te ti lancio addosso un po' di STEMM, NO, NO, SBD ha,ha,ha,ha , dobbiamo anche pensare a cosa lanciamo, ma in quei momenti non pensiamo , insomma meglio fare una faccia arrabbiata e andarsene

😄 Un po' di Steem li prendo sempre volentieri... Scherzi a parte credo tu abbia ragione, non perdo facilmente le staffe, però quando mi è capitato in passato poi me ne sono sempre pentito, chi urla e sbraita non fa mai una bella figura

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