Mondiale per club, è partita la narrazione "ufficiale" - Club World Cup, the 'official' narrative has begun [Multilanguage]

MALAFEDE COMPROVATA

Trovo sinceramente che, da un punto di vista sportivo, soprattutto calcistico, questi tempi siano a loro modo fantastici. In un momento storico in cui da una delle procure più importanti esce fuori un'inchiesta sul dossieraggio illegale che ha colpito politici, personaggi della finanza e un club italiano, scoperchiando il modo "marcio" utilizzato spesso per fare inchiesta giudiziaria e giornalistica, mi aspetto prima o poi un bel repulisti generale.

I nomi dei giornalisti coinvolti nella vicenda, di cui parleremo meglio domani o nei prossimi giorni (giusto il tempo di raccogliere una documentazione più precisa), non sono ancora stati resi noti, ma se tra di essi si trovasse quello di Filippo Roma, volto storico della trasmissione "Le Iene", tutto sarei fuorché sorpreso.

A questo "simpatico" personaggio deve essere fatta risalire l'inchiesta, se così la vogliamo chiamare, sul mondo arbitrale, che negli ultimi mesi ha un po' arricchito di colore il calcio italiano. In essa, un personaggio incappucciato, che si è autodefinito come arbitro di Serie A ancora in attività, denunciava la presenza di alcuni "clan" all'interno del mondo arbitrale, responsabili di alterare in qualche modo risultati di alcune partite.

_{D@LY3D from Qatar, Doha, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons}

Premesso che le rivelazioni provenienti da una presunta fonte anonima (un uomo che nasconde il volto potrebbe essere in realtà chiunque, anche un attore) devono sempre essere prese con le pinze, quanto raccontato poteva anche spiegare in qualche modo le strane (per usare un eufemismo) scelte compiute dai direttori di gara in numerose giornate di questo campionato.

Secondo la presunta "gola profonda" della trasmissione infatti, se varista e arbitro appartenevano allo stesso "clan", il primo avrebbe fatto di tutto per avallare le decisioni prese dall'altro, in modo da non abbassarne il punteggio. Punteggio che, da regolamento, gli osservatori presenti in tribuna assegnano ai direttori di gara al termine di ogni partita.

Viceversa, se tra i due non esisteva "accordo", l'addetto ai monitor avrebbe cercato in tutti i modi di abbassare la valutazione del collega, facendo le pulci ad ogni singola scelta, mentre quest'ultimo si sarebbe mostrato restioa ad accettare le indicazioni provenienti dalla sala VAR. Scene in effetti viste molte volte, durante le prime tragicomiche 27 giornate di questa Serie A.

Rivelazioni, se confermate, piuttosto scioccanti e da approfondire anche a livello penale, in quanto in grado di falsare, per mere questioni pecuniarie riferite al mondo arbitrale, interi campionati. L'inchiesta tuttavia, dopo alcune settimane, invece di dare scacco matto ha incominciato ad avvitarsi su se stessa. Il filone principale è stato lentamente abbandonato, per concentrarsi su singoli casi di arbitri confermati o esclusi di campionato in campionato.

Ergo, delle due l'una: o il tutto è stato una bufala sin dall'inizio, come molti altri servizi scandalistici della medesima trasmissione, o da parte di qualcuno deve essere giunto un particolare input, un invito a non maneggiare ulteriormente i fili dell'alta tensione, per concentrarsi su questioni un po' più attinenti al "sentimento popolare".

E così, l'ultimo capitolo di questa saga è andato in onda poche ore fa. Se ci si poteva aspettare che il nostro "eroe", Filippo Roma (dichiarato tifoso romanista), cercasse di approfondire i motivi di arbitraggi così scadenti come quelli visti da inizio campionato, il tutto ha dovuto lasciare spazio, neanche a dirlo, ad una profonda delusione.

Niente approfondimenti su cartellini rossi tirati fuori contro ogni logica, né su ammonizioni per falli "di squadra". Non una parola sulle anomalie statistiche che portano una delle rappresentanti del campionato a ricevere poco più della metà dei cartellini gialli delle altre diciannove partecipanti alla Serie A, nè sulle interpretazioni, tutte a favore, degli episodi al limite. Al loro posto, solo una domanda piuttosto generica: "può una gestione anomala degli arbitri falsare un campionato?"

_{Il designatore arbitrale, Gianluca Rocchi. Tommaso Fornoni, CC BY 3.0, da Wikimedia Commons}

Stiamo parlando dell'arbitro Doveri, pizzicato in aeroporto con uno zainetto con il logo dell'Inter e spesso designato come direttore di gara o varista proprio per le partite di quella che si presume sia la sua squadra del cuore? Del milanese Simone Sozza, designato curiosamente a fischiare nelle partitenei match delle squadre di Milano (con tanto di media rigori a favore di uno a partita)? O, tornando più indietro nel tempo, del "fenomeno" Pierluigi Collina, che a fine carriera dichiarò candidamente di tifare per la Lazio, squadra alla quale, guarda caso, nel 2000 regalò lo scudetto facendo giocare la Juventus sul campo impraticabile di Perugia?

Purtroppo no. Ci riferiamoforse allora ad un'altra anomalia, che coinvolge gli interventi VAR, con una sola squadra in Italia (indovinate quale) attenzionata più della seconda e della terza in graduatoria messe insieme? No amici, niente di tutto questo. Il campionato fortemente indiziato di passare alla storia come "falsato", secondo il buon Filippo Roma, non è affatto quello attuale, ma il fratello del 2020/21, terminato con la vittoria dell'Inter.

Attenzione, perché a "Le Iene" non si mette in discussione i vincitori di quel titolo (peraltro ottenuto con pieno merito), ma la squadra che all'ultima giornata agguantò un insperato quarto posto e la successiva qualificazione alla Champions League. Volete indovinare di chi stiamo parlando o ve lo dico io? Suggerimento: è la stessa super attenzionata dal VAR, citata poche righe più in alto, nonché l'unico club spiato nella vicenda del dossieraggio illegale, al quale si accennava ancora più sopra.

_{Niko4it, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons}

Già, perché alla penultima giornata di quel campionato, l'arbitro Calvarese assegnò un rigore discutibile (anche se, paragonato a quelli fischiati più volte quest'anno, non può che essere considerato "solare") alla Juventus nella sfida dell'Allianz Stadium contro l'Inter. I bianconeri portarono a casa per 3-2 il match e, grazie a quella vittoria, alla successiva ottenuta nell'ultima giornata e al contemporaneo suicidio sportivo del Napoli, sconfitto in casa dal Verona, centrarono il quarto posto a spese proprio dei partenopei.

Il messaggio lanciato dalla trasmissione è piuttosto chiaro: senza quel calcio di rigore, la Juventus non avrebbe partecipato alla Champions League dell'anno successivo e di conseguenza, senza i relativi punti, non sarebbe oggi più in corsa nemmeno per la qualificazione al mondiale per club del 2025. Questo naturalmente senza contare altri episodi della partita, come il rigore dubbio precedentemente concesso all'Inter o l'ultra-severa espulsione rimediata, all'inizio del secondo tempo, dal bianconero Bentancur.

Né tutti gli episodi arbitrali delle restanti 37 partite di quel torneo, ma questo si sa, non lo si è mai fatto, nemmeno per campionati precedenti passati alla storia come "falsati". E così, da un'inchiesta generale, si è finiti, tanto per cambiare, a puntare il dito sempre contro lo stesso soggetto. Non c'è che dire: chapeau! Un livello di infima disonestà intellettuale da far paura ai colleghi nordcoreani.

Una previsione: se il Napoli, Dio non voglia, non dovesse centrare la qualificazione ai quarti di finale di Champions League ai danni del Barcellona più scarso degli ultimi 50 anni, questo episodio verrà richiamato alla memoria più e più volte nelle prossime settimane. Del resto, Aurelio De Laurentiis ha già cominciato a seminare avvertimenti e le intenzioni belligeranti sembrano chiare: quei 50 milioni minimi garantiti con la partecipazione li deve avere per sè e la sua creatura, a qualunque costo.

Statemi bene, alla prossima!

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