Giappone: capitale mondiale delle criptovalute

in #cryptocurrency6 years ago

Il Giappone è uno dei paesi che raccolgono il più alto tasso d’investimenti in criptovalute. Nonostante la presenza di attacchi informatici sempre più sofisticati, il Giappone aspira a diventare un punto di riferimento mondiale per la comunità cripto.

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Nonostante il trend ribassista che si sta caratterizzando in questo inizio del 2018, l’interesse nelle criptovalute da parte degli utenti è cresciuto ultimamente, e con questo anche gli attacchi informatici. Tra i più rilevanti, è importante accennare al caso di Coincheck, che il mese scorso ha annunciato che avrebbe dovuto restituire più di £300 milioni ai clienti dopo che il sistema è stato hackerato, danneggiando 260.000 clienti.

L’attacco, descritto come il più grande furto di valuta digitale della storia, è sato un attacco di alto profilo, orchestrato per colpire le imprese giapponesi attive nel settore delle criptovalute.

Tuttavia, a differenza dei suoi vicini come la Cina e Corea del Sud, che stanno bloccando l’uso del denaro online, il Giappone non si è fatto scoraggiare dagli attacchi subiti e mira a diventare il primo paese ad utilizzare le cripto come valute a corso legale.

Takashi Shiono, economista alla Credit Suisse di Tokyo, ha fatto questa dichiarazione:

“Ci sono stime che rivelano che il gettito fiscale derivante dalle attività sulle criptovalute potrebbe ammontare a 1 trilione di yen (9,2 miliardi di dollari USA). In questa previsione sono comprese anche le imposte sui guadagni di capitale da parte di singoli investitori e società, anche se in questa fase la previsione è molto speculativa”.

L’economia giapponese ha sofferto un periodo di stagnazione fin dall’inizio degli anni’90, affrontando un debito pubblico massiccio e una forte concentrazione demografica. Il governo di Tokyo spera di trarre vantaggio dalla crescita dell’interesse per le criptovalute come volano per rilanciare l’economia giapponese.

Ken Kawai, partner dello studio legale Anderson Mori & Tomotsune e consulente per le start-up tecnologiche, ha dichiarato:

“I regolatori in Giappone sono di solito conservatori come approccio e non sono loro a fare da promotori. Il governo vuole spingere sull’innovazione  fintech puntando sulle criptovalute e la Blockchain”.

Le cripto sono particolarmente popolari tra i giovani investitori giapponesi, attratti dalla prospettiva di guadagni elevati in un’economia che ha visto tassi di interesse e rendimenti molto bassi, soprattutto per le attività tradizionali. La speranza del Giappone è che le restrizioni  sull’uso del denaro elettronico messe in atto in altri paesi del mondo convinca gli investitori a convogliare su Tokyo. Il mese scorso la Corea del Sud ha introdotto una serie di misure volte a regolamentare il Bitcoin e altcoin similari come Ripple ed Ethereum.

Una restrizione potrà avvenire, ma sarà più morbida rispetto ad altri paesi

Una restrizione sugli scambi in cripto è stata decisa dalla potenza asiatica nel tentativo di reprimere le attività criminali consentite dalla natura segreta dei commerci di Bitcoin. Dopo l’attacco hacker subito da  Coincheck, alcuni analisti prevedono un aumento della regolamentazione giapponese sulle cripto, ma inferiore rispetto ad altri stati, poiché il paese del Sol Levante vuole restare competitivo.

Shiono ha dichiarato:”Probabilmente avremo una regolamentazione più stringente, ma non un divieto”.

Nel frattempo, Scott Gentry, fondatore della società FreeAbound, azienda cripto attiva in ambito Blockchain, ha dichiarato:”C’è bisogno di maggiore supervisione, che porterà a  verifiche sulla regolarità degli scambi”.

Si stima che le criptovalute possano contribuire per lo 0,3 per cento al prodotto interno lordo del Giappone, il 20 per cento della crescita totale attesa nel 2018.

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